2 I – 188 pag. 260

 

Lisia, Difesa dall’accusa di abbattimento della democrazia, 15-17.

ἐγὼ γὰρ τοιοῦτον ἐμαυτὸν ἐν ταῖς τῆς πόλεως συμφοραῖς παρέσχον ὥστε, εἰ πάντες τὴν αὐτὴν γνώμην ἔσχον ἐμοί, μηδένα ἂν ὑμῶν μηδεμιᾷ χρήσασθαι συμφορᾷ.

Io infatti nelle disgrazie della città mi mostrai in modo tale [lett. sarebbe «tale», concordato con ἐμαυτὸν] che se tutti avessero avuto la mia stessa disposizione d’animo (protasi dell’irrealtà – con l’aumento, cioè al tempo storico), nessuno di voi sarebbe incorso in nessuna disgrazia [apodosi all’infinito perché in una consecutiva possiamo avere, quando il sogg. è diverso dalla reggente, acc.+inf.; ἂν regolarmente per irrealtà nell’apodosi: se fosse stata esplicita avremmo avuto l’aoristo al posto dell’inf., come nella protasi].

ὑπ' ἐμοῦ γὰρ ἐν τῇ ὀλιγαρχίᾳ οὔτε ἀπαχθεὶς οὐδεὶς φανήσεται, οὔτε τῶν ἐχθρῶν [16] οὐδεὶς τετιμωρημένος, οὔτε τῶν φίλων εὖ πεπονθώς. 

Infatti apparirà chiaro che durante l’oligarchia da me nessuno è stato arrestato e che nessuno né degli avversari è stato punito né degli amici è stato favorito [ἀπαχθεὶς, τετιμωρημένος, πεπονθώς sono participi pred. del sogg. dipendenti da φανήσεται che è costruito personalmente, ma io ho tradotto impersonalmente. In dipendenza da un verbo transitivo si può avere anche il part. pred. dell’oggetto, concordato con l’accusativo: in genere si traduce con una oggettiva].

(καὶ τοῦτο μὲν οὐκ ἄξιον θαυμάζειν· εὖ μὲν γὰρ ποιεῖν ἐν ἐκείνῳ τῷ χρόνῳ χαλεπὸν ἦν, ἐξαμαρτάνειν δὲ τῷ βουλομένῳ ῥᾴδιον.)

(e di questo non è il caso di meravigliarsi: fare del bene in quel periodo era difficile, mentre commettere un delitto per chi voleva [part. sostantivato] era facile).

[…] καίτοι εἰ τοῖς τῶν γεγενημένων κακῶν αἰτίοις ὀργίζεσθε, εἰκὸς καὶ τοὺς μηδὲν ἡμαρτηκότας βελτίους [17] ὑφ' ὑμῶν νομίζεσθαι. καὶ μὲν δή, ὦ ἄνδρες δικασταί, μεγίστην ἡγοῦμαι περὶ ἐμαυτοῦ τῇ δημοκρατίᾳ πίστιν δεδωκέναι.

Eppure se vi adirate con i responsabili dei mali passati [part. attributivo: è uguale al sostantivato, ma senza articolo, che va con il sost.; nella traduzione è un aggettivo o una relativa «che sono passati»/«passati». Del sostantivato la traduzione sarebbe «coloro che sono passati»], è logico [si tratta di un part. perf. neutro di un verbo difettivo; equivale ad un aggettivo] anche che coloro che non hanno commesso [part. sostantivato] nessun crimine siano considerati da voi migliori. Inoltre, signori giudici, ritengo per quanto mi riguarda di aver offerto  [inf. perfetto] alla democrazia la massima lealtà.

ὅστις γὰρ τότε οὐδὲν ἐξήμαρτον οὕτω πολλῆς δεδομένης ἐξουσίας, ἦ που νῦν σφόδρα προθυμηθήσομαι χρηστὸς εἶναι, εὖ εἰδὼς ὅτι, ἐὰν ἀδικῶ, παραχρῆμα δώσω δίκην.

Io [desumo l’antecedente dalla persona del verbo che segue, la 1a] che infatti allora non commisi nessun crimine pur essendo stata concessa così ampia possibilità [genitivo assoluto], ora certo sarò fortemente incline ad esserebuono, ben sapendo [participio di οἶδα: ripassatene bene la coniugazione] che qualora fossi ingiusto, subito pagherò il fio [eventualità. N.B.: come potete notare qui ἄν si trova nella protasi, non nell’apodosi come nella possibilità e irrealtà; vedi inizio].

ἀλλὰ γὰρ τοιαύτην διὰ τέλους γνώμην ἔχω, ὥστε ἐν ὀλιγαρχίᾳ μὲν μὴ ἐπιθυμεῖν τῶν ἀλλοτρίων, ἐν δημοκρατίᾳ δὲ τὰ ὄντα προθύμως εἰς ὑμᾶς ἀναλίσκειν.

Ma infatti io possiedo sempre [traduco così il complemento διὰ τέλους che letteralmente sarebbe «fino alla fine»; questo genere di espressioni si trovano sul vocabolario] un proposito tale, da non desiderare nell’oligarchia i beni altrui, nella democrazia  invece spendere volentieri gli averi per voi.

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