Duo – Latino
Seneca, De tranquillitate animi, 7
VII. 1 Nihil tamen aeque oblectauerit animum quam amicitia fidelis et dulcis.
Nulla tuttavia allieterà l’animo quanto un’amicizia leale e dolce.
Quantum bonum est, ubi praeparata sunt pectora in quae tuto secretum omne descendat, quorum conscientiam minus quam tuam timeas, quorum sermo sollicitudinem leniat, sententia consilium expediat, hilaritas tristitiam dissipet, conspectus ipse delectet!
Che bene grande è, quando ci sono cuori pronti, in cui ogni segreto possa penetrare in sicurezza, la cui consapevolezza tu tema nmeno della tua, il cui parlare lenisca la preoccupazione, l’opinione favorisca la decisione, l’allegria dissolva la tristezza, il solo vederli dia piacere!
Quos scilicet uacuos, quantum fieri poterit, a cupiditatibus eligemus: serpunt enim uitia et in proximum quemque transiliunt et contactu nocent.
E scegliamoli, ovviamente, per quanto è possibile, liberi da passioni: serpeggiano infatti i vizi e saltano addosso a tutti i più vicini e nuocciono con il contatto.
2 Itaque, ut in pestilentia curandum est ne correptis iam corporibus et morbo flagrantibus assideamus, quia pericula trahemus afflatuque ipso laborabimus, ita in amicorum legendis ingeniis dabimus operam ut quam minime inquinatos assumamus: initium morbi est aegris sana miscere.
2. E così, come in una pestilenza dobbiamo badare a non sederci accanto a corpi già afferrati e in preda alla malattia, poiché attireremo dei pericoli e patiremo per il fiato stesso, così nella scelta dell’indole degli amici ci impegneremo a procurarci quelli il meno possibile corrotti: l’inizio della malattia è mescolare le cose sane a quelle malate.
Nec hoc praeceperim tibi, ut neminem nisi sapientem sequaris aut attrahas: ubi enim istum inuenies, quem tot saeculis quaerimus? Pro optimo est minime malus.
E non ti consiglierei questo, di non seguire o attrarre nessuno se non uno sapiente: dove infatti toverai questo che cerchiamo da tante generazioni? Il migliore è il meno cattivo.
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