Quintiliano, X, I, 16-19
16. Alia uero audientis, alia legentis magis adiuuant. Excitat qui dicit spiritu ipso, nec imagine rerum sed rebus incendit.
D’altra parte diverse cose giovano agli ascoltatori, diverse ai lettori. Colui che legge stimola già con lo spirito, e infiamma non con la parvenza delle cose ma con le cose stesse.
Viuunt omnia enim et mouentur, excipimusque noua illa uelut nascentia cum fauore ac sollicitudine: nec fortuna modo iudicii sed etiam ipsorum qui orant periculo adficimur.
Tutto è vivo infatti e si muove, e noi accogliamo quelle nuove cose che per così dire stanno nascendo con favore e partecipazione: e siamo colpiti non solo dalle sorti del processo ma addirittura da quelle degli stessi che perorano la causa con loro pericolo.
17. Praeter haec uox, actio decora, commodata ut quisque locus postulabit pronuntiandi uel potentissima in dicendo ratio, et, ut semel dicam, pariter omnia docent.
Oltre a ciò la voce, la dignitosa recitazione, il procedimento nel parlare adattato al modo che ciascun momento della declamazione richiede, che ha il massimo potere, e, per dirla in una parola, tutto quanto insegna in egual modo.
In lectione certius iudicium, quod audienti frequenter aut suus cuique fauor aut ille laudantium clamor extorquet.
Nella lettura è più certo il giudizio, che a chi ascolta frequentemente estorce o il favore proprio di ciascuno o il clamore di quelli che elogiano.
18. Pudet enim dissentire, et uelut tacita quadam uerecundia inhibemur plus nobis credere, cum interim et uitiosa pluribus placent, et a conrogatis laudantur etiam quae non placent.
Ci si vergogna poi a dissentire, e come da un certo qual silenzioso timore reverenziale siamo inibiti dal credere piuttosto a noi stessi, quando invece ai più piacciono le parti difettose e da quelli pagati per applaudire sono lodate anche quelle che non piacciono.
19. Sed e contrario quoque accidit ut optime dictis gratiam praua iudicia non referant. Lectio libera est nec ut actionis impetus transcurrit, sed repetere saepius licet, siue dubites siue memoriae penitus adfigere uelis.
Ma al contrario accade anche che cattivi giudizi non riportano apprezzamento per parole dette ottimamente. La lettura è libera e trascorre come l’impeto della recitazione, ma è possibile rileggere spesso, sia che tu abbia dei dubbi sia che tu voglia imprimerla profondamente nella memoria.
Repetamus autem et tractemus et, ut cibos mansos ac prope liquefactos demittimus quo facilius digerantur, ita lectio non cruda sed multa iteratione mollita et uelut [ut] confecta memoriae imitationique tradatur.
Rileggiamo allora e occupiamocene e, come mandiamo giù i cibi masticati e quasi liquidi affinché siano digeriti più facilmente, così la lettura sia consegnata alla memoria e all’imitazione non cruda ma ammorbidita dalle molte ripetizioni e per così dire sminuzzata.
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