3 I – Traduzione Seneca Ep. 52

 [1] Quid est hoc, Lucili, quod nos alio tendentes alio trahit

Cos’è, Lucilio, questo che ci trascina mentre tendiamo in una direzione diversa

et eo unde recedere cupimus impellit? quid colluctatur cum animo nostro

e ci spinge là da dove desideriamo allontanarci? che cosa lotta con il nostro animo

nec permittit nobis quicquam semel velle? Fluctuamur inter varia consilia;

e non ci permette di volere qualcosa una volta per tutte? Ondeggiamo tra propositi diversi;

nihil libere volumus, nihil absolute, nihil semper.

non vogliamo niente liberamente, niente incondizionatamente, niente ininterrottamente.

[2] 'Stultitia' inquis 'est cui nihil constat, nihil diu placet.'

«È la stoltezza» dici «per cui niente è stabile, niente piace a lungo».

Sed quomodo nos aut quando ab illa revellemus? Nemo per se satis valet ut emergat;

Ma come o quando ci strapperemo ad essa? Nessuno è abbastanza forte per sé da venirne fuori;

oportet manum aliquis porrigat, aliquis educat. [3] Quosdam ait Epicurus

bisogna che qualcuno ci porga la mano, che qualcuna ci conduca fuori. Epicuro dice che

ad veritatem sine ullius adiutorio exisse, fecisse sibi ipsos viam;

certi sono sfociati nella verità senza l’aiuto di nessuno, che si sono fatti strada da soli;

hos maxime laudat quibus ex se impetus fuit, qui se ipsi protulerunt:

loda soprattutto questi che hanno avuto lo slancio da sé, che si sono portati avanti da soli:

quosdam indigere ope aliena, non ituros si nemo praecesserit, sed bene secuturos.

certi hanno bisogno dell’appoggio altrui, non procederanno se nessuno li avrà preceduti, ma seguiranno bene.

Ex his Metrodorum ait esse; egregium hoc quoque, sed secundae sortis ingenium.

Tra questi dice che c’è Metrodoro; anche questo un ingegno egregio, ma di second’ordine.

Nos ex illa prima nota non sumus; bene nobiscum agitur, si in secundam recipimur.

Noi non siamo di quel primo tipo; va bene per noi, se siamo accolti nel secondo.

Ne hunc quidem contempseris hominem qui alieno beneficio esse salvus potest;

Non puoi biasimare neppure questo uomo che è in grado di essere salvo con l’aiuto altrui;

et hoc multum est, velle servari. [4] Praeter haec adhuc invenies genus aliud

anche questo è molto, voler salvarsi. Oltre a questi troverai ancora un altro genere 

hominum ne ipsum quidem fastidiendum eorum qui cogi ad rectum compellique possunt,

di uomini, neppure questo spregevole, coloro che possono essere costretti e spinti alla giustizia

quibus non duce tantum opus sit sed adiutore et, ut ita dicam, coactore; hic tertius color est.

i quali hanno bisogno non solo di una guida, ma di un aiutante e, per così dire, di uno che li costringa; questa è la terza categoria.

Si quaeris huius quoque exemplar, Hermarchum ait Epicurus talem fuisse.

Se chiedi un esempio anche di questa, Epicuro dice che tale fu Ermarco.

Itaque alteri magis gratulatur, alterum magis suspicit;

E così si congratula di più con uno, ammira di più l’altro;

quamvis enim ad eundem finem uterque pervenerit,

sebbene infatti entrambi siano giunti al medesimo fine,

tamen maior est laus idem effecisse in difficiliore materia.

tuttavia è una gloria maggiore aver fatto la medesima cosa in una condizione più difficile.

[5] Puta enim duo aedificia excitata esse, ambo paria, aeque excelsa atque magnifica.

Immagina infatti che siano stati innalzati due edifici, entrambi del medesimo valore, ugualmente alti e magnifici.

Alter puram aream accepit, illic protinus opus crevit;

Uno ha accolto una superficie pulita, lì i lavori crebbero senza interruzione;

alterum fundamenta lassarunt in mollem et fluvidam humum missa 

l’altro lo affaticarono le fondamenta gettate in un terreno molle e bagnato

multumque laboris exhaustum est dum pervenitur ad solidum:

ed è stata spesa molta fatica mentre si giunge a uno strato compatto:

intuentibus quidquid fecit <alter> *** alterius magna pars et difficilior latet.

(qui il testo è lacunoso, ma il senso è chiaro) qualsiasi cosa abbia fatto l’uno si vede, dell’altro rimane nascosta una parte grande e quella più difficile.

[6] Quaedam ingenia facilia, expedita, quaedam manu, quod aiunt, facienda sunt et in fundamentis suis occupata.

Certi ingegni sono pronti, veloci, certi altri, come dicono, devono si devono costruire con le proprie mani e sono impegnati nelle proprie fondamenta

Itaque illum ego feliciorem dixerim qui nihil negotii secum habuit,

E così io posso dire che è fortunato quello, che non ha nessuna difficoltà con se stesso,

hunc quidem melius de se meruisse qui malignitatem naturae suae vicit

ma che ha conseguito un merito maggiore nei confronti di se stesso questo, che ha vinto la cattiva disposizione della propria natura

et ad sapientiam se non perduxit sed extraxit.

e non ha condotto ma ha trascinato se stesso alla sapienza.

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