Questa opera chiude il ciclo della poesia didascalica preceduto da Ars amatoria e Medicamina faciei femineae. Le tre opere furono composte tra l’1 a.C. e l’1 d.C.
43-44
Discite sanari, per quem didicistis amare:
Una manus vobis vulnus opemque feret.
«Imparate a guarire da colui da cui avete imparato ad amare: / una sola mano vi porterà la ferita e il soccorso».
Come cioè Ovidio ha insegnato l’arte della seduzione nell’Ars amatoria, così ora insegna l’arte della guarigione da un amore non più corrisposto.
49-50
Sed quaecumque viris, vobis quoque dicta, puellae,
Credite: diversis partibus arma damus.
«Ma, fanciulle, credetemi, tutto quanto è detto agli uomini, lo è anche per voi: / diamo armi a opposte fazioni».
Come anche nell’Ars, il cui terzo libro era dedicato alle femmine, così anche nei Remedia i consigli sono rivolti a entrambi i sessi.
93-94
Sed propera, nec te venturas differ in horas;
Qui non est hodie, cras minus aptus erit.
«Ma affrettati, e non rimandare il tuo compito (lett. te stesso) ai giorni che verranno; / chi non è pronto oggi, domani lo sarà di meno».
L’avvertimento preliminare e quello è di non crogiolarsi nella sofferenza con il pretesto che non è ancora il momento adatto per troncare definitivamente.
136
Fac monitis fugias otia prima meis.
«Fa’ in modo, secondo i miei ammonimenti, di evitare come prima cosa l’ozio».
Il primo consiglio è quello di non rimanere inoperosi. L’ozio era un male anche per Catullo, come risulta dalla strofe finale del carme 51: otium, Catulle, tibi molestum est: / otio exsultas nimiumque gestis: / otium et reges prius et beatas / perdidit urbes, «l’ozio, Catullo, ti fa male: / nell’ozio ti esalti e ti agiti troppo: / l’ozio ha mandato in rovina sia re in precedenza / sia città prospere».
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