martedì 6 maggio 2025

Abrupta contumacia, deforme obsequium, ambitiosa mors

 

Il rapporto tra intellettuale o uomo di stato e il potere secondo Tacito viene definito bene in Annales, IV, 20 (cfr. Agricola, 42, 5-6):

unde dubitare cogor fato et sorte nascendi, ut cetera, ita principum inclinatio in hos, offensio in illos, an sit aliquid in nostris consiliis liceatque inter abruptam contumaciam et deforme obsequium pergere iter ambitione ac periculis vacuum.

«Onde sono costretto a dubitare se, come tutto il resto, così il favore dei principi verso questi, l’ostilità verso quelli (derivi) dal fato e da una casualità della nascita, oppure se ci sia un qualche potere nelle nostre decisioni e sia possibile, tra una rovinosa ostinazione e un ignobile servilismo, percorrere un cammino libero da ambizione e pericoli».

Già nell’Agricola, 42, 5-6 (cfr. Annales, IV, 20), definendo il concetto di ambitiosa mors si era espresso a favore di una via mediana:

Proprium humani ingenii est odisse quem laeseris: Domitiani vero natura praeceps in iram, et quo obscurior, eo inrevocabilior, moderatione tamen prudentiaque Agricolae leniebatur, quia non contumacia neque inani iactatione libertatis famam fatumque provocabat. Sciant, quibus moris est inlicita mirari, posse etiam sub malis principibus magnos viros esse, obsequiumque ac modestiam, si industria ac vigor adsint, eo laudis excedere, quo plerique per abrupta, sed in nullum rei publicae usum <nisi> ambitiosa morte inclaruerunt.

«È proprio dell’indole umana odiare chi hai ferito: la natura di Domiziano, è vero, era precipitosa nell’adirarsi, e quanto più nascosta tanto più implacabile, ciò nonostante era addolcita dalla moderazione e dalla prudenza di Agricola, perché non sfidava la fama e il destino con la spavalderia e una vana ostentazione di libertà. Sappiano coloro che hanno l’abitudine di ammirare gli atti di illegalità, che è possibile essere grandi uomini anche sotto cattivi príncipi, e che l’accondiscendenza e la moderazione, se sono assistite da operosità e energia, possono giungere al livello di gloria, per cui i più, attraverso vie scoscese, ma di nessuna utilità per lo stato, divennero illustri con una morte spettacolare».

Guicciardini poi notò come Tacito insegna sì a relazionarsi bene con i tiranni, ma anche come fare bene i tiranni (Ricordi, 18):

«Insegna molto bene Cornelio Tacito a chi vive sotto a' tiranni el modo di vivere e governarsi prudentemente, così come insegna a' tiranni e modi di fondare la tirannide».

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