[3] Nam generari et nasci a principibus fortuitum, nec ultra aestimatur: adoptandi iudicium integrum et, si uelis eligere, consensu monstratur.
«[3] Infatti essere generati e nascere da principi è frutto del caso, e non si fanno valutazioni oltre a ciò: la decisione di adottare è esente da vizi e, se si vuole scegliere, è indicata dal consenso generale.
[4] Sit ante oculos Nero quem longa Caesarum serie tumentem non Vindex cum inermi prouincia aut ego cum una legione, sed sua immanitas, sua luxuria ceruicibus publicis depulerunt; neque erat adhuc damnati principis exemplum.
[4] Sia davanti agli occhi Nerone, che, gonfio d’orgoglio per una lunga serie di Cesari, non Vindice con una provincia disarmata o io con una sola legione, ma la sua mostruosità, la sua lussuria scrollarono dalle spalle dello stato; né fino ad ora c’era l’esempio di un principe condannato.
[5] Nos bello et ab aestimantibus adsciti cum inuidia quamuis egregii erimus.
[5] Noi chiamati al potere dalla guerra e da chi ci stimava convivremo, per quanto straordinari, con l’invidia.
[6] Ne tamen territus fueris si duae legiones in hoc concussi orbis motu nondum quiescunt: ne ipse quidem ad securas res accessi, et audita adoptione desinam uideri senex, quod nunc mihi unum obicitur.
[6] Tuttavia non essere spaventato se due legioni non si sono ancora messe tranquille in questo sconvolgimento del mondo a soqquadro: neppure io stesso mi sono accostato a situazioni senza pericolo, e, una volta diffusa la voce dell’adozione, cesserò di sembrare vecchio, che è l’unica cosa che ora mi viene rinfacciata.
[7] Nero a pessimo quoque semper desiderabitur: mihi ac tibi prouidendum est ne etiam a bonis desideretur.
[7] Nerone sarà sempre rimpianto da tutti i peggiori: da parte mia e tua bisogna provvedere che non sia rimpianto anche dai buoni.
[8] Monere diutius neque temporis huius, et impletum est omne consilium si te bene elegi.
[8] Né ammonire più a lungo è appropriato a questo momento, e ogni ogni piano è adempiuto se ti ho scelto bene.
[9] Vtilissimus idem ac breuissimus bonarum malarumque rerum dilectus est, cogitare quid aut uolueris sub alio principe aut nolueris; neque enim hic, ut gentibus quae regnantur, certa dominorum domus et ceteri serui, sed imperaturus es hominibus qui nec totam seruitutem pati possunt nec totam libertatem».
[9] La più utile e allo stesso tempo più breve distinzione tra il bene e il male è pensare cosa o vorresti o non vorresti sotto un principe diverso; né qui, come invece per popoli retti da un re, c’è una casata certa di dominanti e gli altri sono schiavi, ma sei destinato a comandare su uomini che non possono sopportare né una completa schiavitù né una completa libertà».
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