mercoledì 24 luglio 2024

Seneca, Epistulae, 3

Questa epistola esprime alcune considerazioni sul rapporto tra amici; la riflessione più significativa, di carattere generale, si trova alla fine.

6. Cum rerum natura delibera: illa dicet tibi et diem fecisse se et noctem.

«Prendi le decisioni in accordo con la natura: ella ti dirà che ha fatto sia il giorno sia la notte».


Cfr. Epistulae, 16, 7-8: 'si ad naturam vives, numquam eris pauper; si ad opiniones, numquam eris dives'. Exiguum natura desiderat, opinio immensum, «“se vivrai secondo natura, non sarai mai povero, se vivrai secondo l’opinione, non sarai mai ricco”. La natura desidera il poco, l’opinione lo smisurato»;  ed Euripide, Fenicie, 535-538:  κεῖνο κάλλιον, τέκνον, / Ἰσότητα τιμᾶν, ἣ φίλους ἀεὶ φίλοις / πόλεις τε / πόλεσι συμμάχους τε συμμάχοις / συνδεῖ· «quello è più bello, figlio, / onorare l’Uguaglianza, che gli amici sempre agli amici / e le città alle città e gli alleati agli alleati / lega». Si tratta di Giocasta che rivolgendosi al figlio Eteocle cerca di convincerlo a rinunciare alla tirannide, adducendo anche la seguente argomentazione (vv. 546-549): εἶθ' ἥλιος μὲν νύξ τε δουλεύει μέτροις, / σὺ δ' οὐκ ἀνέξηι δωμάτων ἔχων ἴσον; / [...] / τί τὴν τυραννίδ', ἀδικίαν εὐδαίμονα, / τιμᾶις ὑπέρφευ καὶ μέγ' ἥγησαι τόδε; «se anche il sole e la notte si sottomettono alla misura, / tu non accetterai di avere una parte uguale della casa? […] perché la tirannide, un’ingiustizia felice, / onori straordinariamente e pensi che ciò sia grande?».


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