Posterorum negotium ago
L’epistola 8 riprende il tema della 7, spostando l’attenzione dal negativo al positivo. Il risultato è la conciliazione della vita ritirata con i principi della filosofia stoica che impongono al sapiente di vivere nel mondo ed essere utile.
1. 'Tu me' inquis 'vitare turbam iubes, secedere et conscientia esse contentum? ubi illa praecepta vestra quae imperant in actu mori?' Quid? ego tibi videor inertiam suadere? In hoc me recondidi et fores clusi, ut prodesse pluribus possem.
«1. “Tu” dici “mi ordini di evitare la folla, ritirami in disparte e di essere contento della mia coscienza? dove sono quei vostri precetti che comandano di morire nell’azione?” Cosa? Ti sembra che io ti induca all’inerzia? Per questo io mi sono nascosto e ho chiuso le porte, per poter giovare a una quantità maggiore di persone».
2. Secessi non tantum ab hominibus sed a rebus, et in primis a meis rebus: posterorum negotium ago.
«2. Mi sono allontanato non tanto dagli uomini ma dagli impegni, e soprattutto dai miei impegni: faccio l’interesse dei posteri».
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