Antologia nietzscheiana su Socrate
L’idea fondamentale sul ruolo di Socrate nella civiltà europea si trova sintetizzato nel Crepuscolo degli idoli, (Il problema di Soctrate, 11):
Dover combattere contro gli istinti – questa è la formula della décadance; fintantoché la vita è ascendente, felicità e istinto sono eguali.
Di seguito riporto altri passi tratti dalle opere di Nietzsche su Socrate, da cui emerge, oltre alla critica, anche il rispetto per il padre della filosofia morale.
Umano, troppo umano, I
102. «L'uomo agisce sempre bene». Ogni morale ammette che si faccia intenzionalmente del male per legittima difesa... Hanno ragione Socrate e Platone: qualunque cosa faccia, l'uomo fa sempre il bene, vale a dire: ciò che a lui sembra bene (utile).
126. Arte e forza della falsa interpretazione. Anche il demone di Socrate è forse solo un mal d'orecchi, che egli interpreta, secondo la sua prevalente maniera morale di pensare, diversamente da come si farebbe oggi... Fra le cose più grandi prodotte da quegli uomini che si dicono geni e santi, c'è quella di accaparrarsi degli interpreti che li fraintendano per il bene dell'umanità.
Umano, troppo umano, II
72. Missionari divini. Anche Socrate sente se stesso come missionario divino; ma in ciò si può ancora sentire una certa traccia di attica ironia... ne parla senza unzione... Quel suo mettere alla prova il dio è uno dei più sottili compromessi fra religiosità e libertà di spirito che siano mai stati ideati.
86. Socrate. Rispetto al fondatore del cristianesimo, Socrate ha in più la gioconda forma di serietà e quella saggezza piena di birbonate, che costituisce per l'uomo lo stato d'animo minore. Inoltre aveva un intelletto più grande.
Al di là del bene e del male
190. V’è qualcosa della morale platonica, che non appartiene propriamente a Platone, ma che pure si trova nella sua filosofia, si potrebbe dire, malgrado Platone stesso: vale a dire il socratismo, per cui egli era veramente troppo aristocratico… Questo tipo di conclusione odora di plebaglia, la quale in colui che agisce con malvagità vede soltanto le conseguenze dolorose… Platone non ha lesinato i suoi sforzi per interpretare il principio del suo maestro in modo da trovarci dentro qualcosa di raffinato e di aristocratico, soprattutto se stesso.
Crepuscolo degli idoli
Il problema di Socrate
2
… riconobbi in Socrate e Platone sintomi del decadimento, gli strumenti della dissoluzione greca, gli pseudogreci, gli antigreci (Nascita della tragedia, 1872).
4
Non dimentichiamo nemmeno quelle allucinazioni acustiche che sono state interpretate in senso religioso, come il «demone socratico».
5
Con Socrate il gusto dei Greci degenera a favore della dialettica… con la dialettica la plebe rialza il capo… Ovunque l’autorità faccia ancora parte dei buoni costumi, ovunque non si «adducano ragioni», ma si comandi, il dialettico è una specie di pagliaccio: ci si burla di lui, non lo si prende sul serio. Socrate fu quel pagliaccio che si fece prendere sul serio.
6
Si sceglie la dialettica solo quando non si ha alcun altro mezzo… Si deve saper conquistare con la forza il proprio diritto.
7
Il dialettico lascia al suo avversario l’onere della prova di non essere un idiota.
8
Ho fatto capire in che modo Socrate potesse urtare: resta da spiegare perché affascinava… egli aveva scoperto una nuova specie di agon… per i circoli aristocratici ateniesi egli fu, in questo, il primo maestro di scherma. Affascinava toccando l’istinto agonistico degli Elleni.
9
C’era ovunque l’anarchia degli istinti… «Gli istinti vogliono tiranneggiare, occorre inventare un tiranno opposto che sia più forte».
10
Se si sente la necessità di fare della ragione un tiranno, come fece Socrate, non deve essere piccolo il pericolo che qualche altra cosa si metta a tiranneggiare… Il fanatismo con cui tutto il pensiero greco si getta sulla razionalità tradisce una stato di necessità.
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