sabato 25 gennaio 2025

La misura in Orazio

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Odi, II, 10 - aurea mediocritas


Rectius vives, Licini, neque altum

semper urgendo neque, dum procellas

cautus horrescis, nimium premendo

litus iniquum.

Vivrai più giustamente, Licinio, non l’alto

mare sempre incalzando né, mentre le tempeste

cauto paventi, troppo schiacciando

il lido inuguale.

Auream quisquis mediocritatem 5

diligit, tutus caret obsoleti

sordibus tecti, caret invidenda

sobrius aula.

Chiunque l’aurea via di mezzo

prediliga, sicuro manca della sporcizia

di una casa cadente, manca sobrio

di un palazzo che suscita invidia.

Saepius ventis agitatur ingens

pinus et celsae graviore casu 10

decidunt turres feriuntque summos

fulgura montis.

Più spesso è agitato dai venti il grande

pino e le alte torri con caduta

più pesante crollano e colpiscono le sommità

dei monti i fulmini.

Sperat infestis, metuit secundis

alteram sortem bene praeparatum

pectus. Informis hiemes reducit 15

Iuppiter, idem

summovet. Non, si male nunc, et olim

sic erit: quondam cithara tacentem

suscitat Musam neque semper arcum

tendit Apollo. 20

Spera nelle avversità, teme nelle prosperità

la sorte opposta un ben preparato

animo. Riporta gli orribili inverni

Giove, il medesimo

li scaccia. Non è che se va male ora, anche

domani sarà così: talvolta con la cetra la tacita

Musa risveglia e non sempre tende

l’arco Apollo.

Rebus angustis animosus atque

fortis appare; sapienter idem

contrahes vento nimium secundo

turgida vela.

Nelle difficoltà coraggioso e

forte appari; saggiamente tu medesimo

ammainerai col vento troppo favorevole

le gonfie vele.


Satire, I, 1, 106-7

est modus in rebus, sunt certi denique fines,

quos ultra citraque nequit consistere rectum.

«C’è una misura nelle cose, ci sono in fondo dei confini precisi, / al di là e al di qua dei quali non può trovarsi il giusto».

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