venerdì 26 dicembre 2025

La nobile menzogna – I nati dalla terra: Platone, Repubblica, III, 412b-417b – 3

 

[d] Λέγω δή – καίτοι οὐκ οἶδα ὁποίᾳ τόλμῃ ἢ ποίοις λόγοις χρώμενος ἐρῶ – καὶ ἐπιχειρήσω πρῶτον μὲν αὐτοὺς τοὺς ἄρχοντας πείθειν καὶ τοὺς στρατιώτας, ἔπειτα δὲ καὶ τὴν ἄλλην πόλιν, ὡς ἄρ' ἃ ἡμεῖς αὐτοὺς ἐτρέφομέν τε καὶ ἐπαιδεύομεν, ὥσπερ ὀνείρατα ἐδόκουν ταῦτα πάντα πάσχειν τε καὶ γίγνεσθαι περὶ αὐτούς, ἦσαν δὲ τότε τῇ ἀληθείᾳ ὑπὸ γῆς ἐντὸς πλαττόμενοι καὶ τρεφόμενοι καὶ αὐτοὶ καὶ τὰ [e] ὅπλα αὐτῶν καὶ ἡ ἄλλη σκευὴ δημιουργουμένη, ἐπειδὴ δὲ παντελῶς ἐξειργασμένοι ἦσαν, καὶ ἡ γῆ αὐτοὺς μήτηρ οὖσα ἀνῆκεν, καὶ νῦν δεῖ ὡς περὶ μητρὸς καὶ τροφοῦ τῆς χώρας ἐν ᾗ εἰσι βουλεύεσθαί τε καὶ ἀμύνειν αὐτούς, ἐάν τις ἐπ' αὐτὴν ἴῃ, καὶ ὑπὲρ τῶν ἄλλων πολιτῶν ὡς ἀδελφῶν ὄντων καὶ γηγενῶν διανοεῖσθαι.

[d] «Parlo dunque – tuttavia non so con quale audacia o avvalendomi di quali parole lo dirò – e tenterò dapprima di persuadere i governanti stessi e i soldati, poi anche il resto della città, che in effetti le cose in cui li crescevamo e li educavamo, tutto quanto avevano l’impressione di viverlo, come i sogni, e che accadesse intorno a loro, ma in verità allora si trovavano in seno alla terra plasmati e cresciuti, sia essi stessi sia le [e] loro armi e il resto dell’equipaggiamento già fabbricato, e dopo che erano stati del tutto compiuti, ecco che la terra, che è la madre, li lasciò uscire, e ora bisogna che essi si consiglino sulla terra in cui sono e la difendano come madre e nutrice, se qualcuno le vada contro, e che pensino agli altri concittadini come a fratelli pure nati dalla terra».

Οὐκ ἐτός, ἔφη, πάλαι ᾐσχύνου τὸ ψεῦδος λέγειν.

«Non senza ragione, disse, da tempo ti vergognavi a dire la menzogna».

[415]

[a] Πάνυ, ἦν δ' ἐγώ, εἰκότως· ἀλλ' ὅμως ἄκουε καὶ τὸ λοιπὸν τοῦ μύθου. ἐστὲ μὲν γὰρ δὴ πάντες οἱ ἐν τῇ πόλει ἀδελφοί, ὡς φήσομεν πρὸς αὐτοὺς μυθολογοῦντες, ἀλλ' ὁ θεὸς πλάττων, ὅσοι μὲν ὑμῶν ἱκανοὶ ἄρχειν, χρυσὸν ἐν τῇ γενέσει συνέμειξεν αὐτοῖς, διὸ τιμιώτατοί εἰσιν· ὅσοι δ' ἐπίκουροι, ἄργυρον· σίδηρον δὲ καὶ χαλκὸν τοῖς τε γεωργοῖς καὶ τοῖς ἄλλοις δημιουργοῖς.

[415]

[a] «Ma certo, dissi io, che avevo ragione; ma comunque ascolta anche il resto del mito. Infatti tutti voi nella città siete fratelli, come diremo loro con un mito, ma il dio nel plasmarvi, in quanti di voi sono capaci di comandare, alla nascita  mescolò oro, perciò sono i più preziosi; in quanti sono guardiani argento; ferro e bronzo nei contadini e negli altri artigiani».

ἅτε οὖν συγγενεῖς ὄντες πάντες τὸ μὲν πολὺ ὁμοίους ἂν ὑμῖν αὐτοῖς γεννῷτε, [b] ἔστι δ' ὅτε ἐκ χρυσοῦ γεννηθείη ἂν ἀργυροῦν καὶ ἐξ ἀργύρου χρυσοῦν ἔκγονον καὶ τἆλλα πάντα οὕτως ἐξ ἀλλήλων.

«Siccome dunque siete tutti imparentati tra voi, in genere potete generare figli molto simi a voi stessi, [b] talvolta però da oro può essere generata prole d’argento e da argento prole d’oro e tutti gli altri metalli così l’uno dall’altro».

τοῖς οὖν ἄρχουσι καὶ πρῶτον καὶ μάλιστα παραγγέλλει ὁ θεός, ὅπως μηδενὸς οὕτω φύλακες ἀγαθοὶ ἔσονται μηδ' οὕτω σφόδρα φυλάξουσι μηδὲν ὡς τοὺς ἐκγόνους, ὅτι αὐτοῖς τούτων ἐν ταῖς ψυχαῖς παραμέμεικται, καὶ ἐάν τε σφέτερος ἔκγονος ὑπόχαλκος ἢ ὑποσίδηρος γένηται, μηδενὶ [c] τρόπῳ κατελεήσουσιν, ἀλλὰ τὴν τῇ φύσει προσήκουσαν τιμὴν ἀποδόντες ὤσουσιν εἰς δημιουργοὺς ἢ εἰς γεωργούς, καὶ ἂν αὖ ἐκ τούτων τις ὑπόχρυσος ἢ ὑπάργυρος φυῇ, τιμήσαντες ἀνάξουσι τοὺς μὲν εἰς φυλακήν, τοὺς δὲ εἰς ἐπικουρίαν, ὡς χρησμοῦ ὄντος τότε τὴν πόλιν διαφθαρῆναι, ὅταν αὐτὴν ὁ σιδηροῦς φύλαξ ἢ ὁ χαλκοῦς φυλάξῃ. τοῦτον οὖν τὸν μῦθον ὅπως ἂν πεισθεῖεν, ἔχεις τινὰ μηχανήν;

«Dunque ai governanti prima di tutto e più di tutto il dio prescrive di essere buoni osservatori di nessuno e di non osservare nessuno così come i figli, per vedere quale di questi metalli sia stato mescolato nelle anime loro, e qualora loro figlio nasca con del bronzo o del ferro, in nessun [c] modo avranno pietà, ma attribuendo il valore che si addice alla loro natura li respingeranno tra gli artigiano o i contadini, e se viceversa da questi nascesse uno con dell’oro o dell’argento, valorizzandoli eleveranno gli uni al ruolo di custode, gli altri a quello di guardia, dato che c’è un oracolo secondo cui allora la città va in rovina, qualora la custodirà il costode di ferro o di bronzo. Hai un espediente dunque perché si persuadano di questo mito?».

[d] Οὐδαμῶς, ἔφη, ὅπως γ' ἂν αὐτοὶ οὗτοι· ὅπως μεντἂν οἱ τούτων ὑεῖς καὶ οἱ ἔπειτα οἵ τ' ἄλλοι ἄνθρωποι οἱ ὕστερον.

«Perché si persuadano proprio questi, disse, minimamente; eventualmente i figli di questi e i nipoti e gli altri uomini a seguire».

Ἀλλὰ καὶ τοῦτο, ἦν δ' ἐγώ, εὖ ἂν ἔχοι πρὸς τὸ μᾶλλον αὐτοὺς τῆς πόλεώς τε καὶ ἀλλήλων κήδεσθαι· σχεδὸν γάρ τι μανθάνω ὃ λέγεις.

«Ma anche questo, dissi io, potrebbe andare bene perché si prendano maggiormente cura dello stato e gli uni degli altri: comprendo infatti più o meno ciò che dici».


p.s.

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