venerdì 11 ottobre 2024

Mito di Er – Platone, Repubblica, X, 614b-621d – 7° parte

 

εἰς ὃ ἀφικέσθαι προελθόντες ἡμερησίαν ὁδόν, καὶ ἰδεῖν αὐτόθι κατὰ [c] μέσον τὸ φῶς ἐκ τοῦ οὐρανοῦ τὰ ἄκρα αὐτοῦ τῶν δεσμῶν τεταμένα εἶναι γὰρ τοῦτο τὸ φῶς σύνδεσμον τοῦ οὐρανοῦ, οἷον τὰ ὑποζώματα τῶν τριήρων, οὕτω πᾶσαν συνέχον τὴν περιφοράν ἐκ δὲ τῶν ἄκρων τεταμένον Ἀνάγκης ἄτρακτον, δι' οὗ πάσας ἐπιστρέφεσθαι τὰς περιφοράς·

«E a questa giungevano procedendo per un cammino di un giorno, e là videro dal centro della luce tendersi dal cielo le estremità dei legami di questo – era infatti questa luce il collegamento del cielo, come le fasciature delle triremi, tenendone così unito il moto di rivoluzione – e dalle estremità tendersi il fuso di Ananke1, mediante il quale avvengono tutti i moti di rivoluzione».

A questo punto viene descritto il fusaiolo2, che è formato da otto dischi concentrici; il fuso gira sulle ginocchia di Ananke e otto Sirene stando ciascuna sopra uno degli otto fusaioli concentrici emettono una sola nota a testa; dalla fusione di queste note si forma una splendida armonia alla quale si aggiungono le tre Moire, figlie di Ananke, ciascuna su un trono: Lachesi cantando il passato, Cloto il presente, Atropo il futuro.

 σφᾶς οὖν, ἐπειδὴ ἀφικέσθαι, εὐθὺς δεῖν ἰέναι πρὸς τὴν Λάχεσιν. προφήτην οὖν τινα σφᾶς πρῶτον μὲν ἐν τάξει διαστῆσαι, ἔπειτα λαβόντα ἐκ τῶν τῆς Λαχέσεως γονάτων κλήρους τε καὶ βίων παραδείγματα, ἀναβάντα ἐπί τι βῆμα ὑψηλὸν εἰπεῖν ‑

 «Dunque, dopo essere giunte [le anime], subito dovevano andare da Lachesi. Allora un araldo per prima cosa le disponeva in ordine, poi dopo aver preso dalle ginocchia di Lachesi sorti e modelli di vite, salito su un’alta tribuna, disse:»

 

1 È la Necessità, il principio che regola il mondo; come dice il coro nell’Alcesti di Euripide (vv. 965-966): κρεῖσσον οὐδὲν Ἀνάγκας / ηὗρον, οὐδέ τι φάρμακον, «nulla ho trovato più forte della Necessità / né alcun rimedio».

2 Fuso e fusaiolo formano l’attrezzo usato per filare la lana a mano. Il fuso è uno stecco di una ventina di centimetri e del diametro di un centimetro, grosso modo; il fusaiolo è un dischetto di tre o quattro centimetri forato nel quale si inserisce il fuso. All’estremità del fuso che sporge appena dopo aver passato il buco del fusaiolo c’è un gancio a cui si ferma la lana. Facendo ruotare su se stesso il fuso (il fusaiolo serve per facilitare tale rotazione, proprio come avviene per una trottola) la lana si attorciglia formando il filo.

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