Estetica
trad. it. di Nicola Merker e Nicola Vaccaro, Torino, Einaudi, 1967
p. 1351
La poesia drammatica dei Greci. In essa infatti per la prima volta viene ad apparire la coscienza di ciò che in generale è il tragico e il comico nella sua vera essenza, e dopo che si sono rigorosamente e saldamente separate queste opposte concezioni del’'agire umano, raggiungono in organico sviluppo il culmine della loro perfezione prima la tragedia e poi la commedia, e di questa perfezione l’arte drammatica romana non è infine che un più pallido riflesso che non raggiunge nemmeno l’altezza di quel che i Romani stessi hanno saputo fare con sforzo analogo nel campo dell’epos e della lirica. Nei confronti dell'esame piú dettagliato di queste fasi mi limiterò tuttavia, per accennare brevemente solo a ciò che è piú importante, al punto di vista tragico di Eschilo e di Sofocle e a quello comico di Aristofane.
αα) Per ciò che riguarda in primo luogo la tragedia, ho già detto che la forma fondamentale con cui si determina tutta la sua organizzazione e struttura va cercata nel rilievo dato al lato sostanziale sia dei fini e del loro contenuto che degli individui e della loro lotta e destino.
Il terreno universale dell’azione tragica lo offre, come nell’epos cosí anche nella tragedia, quella condizione del mondo che ho già prima indicato come eroica. Infatti solo nei giorni eroici le potenze etiche universali, non essendo per sé fissate né come leggi dello Stato né come comandi o doveri morali, possono presentarsi con originaria freschezza.
[…]
pp. 1352-1353
Questi due lati, di cui l’uno è così importante per il tutto quanto l’altro, cioè la coscienza non scissa del divino e l’agire antagonistico, ma presentantesi con forza ed atto di-vino, che decide ed effettua fini etici, costituiscono i principali elementi la cui mediazione è manifestata dalla tragedia greca, nelle sue opere d'arte, come coro e come eroi in azione.
Nell’epoca moderna si è molto disquisito sul significato del coro greco, ed è stata avanzata la domanda se esso possa e debba essere introdotto anche nella tragedia moderna. […] Da un lato si è avuto il riconoscimento del coro, quando si è detto che ad esso compete la calma riflessione sul tutto, mentre i personaggi in azione restano presi nei loro fini e nelle loro situazioni particolari ed hanno ora nel coro e nelle considerazioni di esso il criterio valutativo del valore dei loro caratteri e delle loro azioni in una misura pari a quella in cui il pubblico trovava in esso un rappresentante oggettivo del proprio giudizio su ciò che nell’opera d’arte si svolgeva. Con quest’idea si è in parte colto il punto esatto nei confronti del fatto che il coro in effetti esiste come la coscienza sostanziale, superiore, che distoglie dai falsi conflitti e prepara la soluzione. Esso non è tuttavia un personaggio semplicemente esteriore e inoperoso come gli spettatori, che si dedichi a riflessioni morali, e il quale allora, per sé senza interesse e noioso, sarebbe stato aggiunto solo al fine di permettere queste riflessioni. Esso è invece la sostanza reale della vita e dell’azione eticamente eroica, è, di fronte ai singoli eroi, il popolo quale terreno fecondo da cui gli individui, quali fiori e piante tese in alto, nascono dal loro proprio suolo e dall’esistenza di esso sono condizionati.
[…]
pp. 1354-1355
Questo posto del coro nella tragedia greca va sottolineato in modo essenziale. Come il teatro ha il suo terreno esterno, le sue scene ed il suo ambiente, così il coro, il popolo è, per così dire, la scena spirituale, e può essere paragonato al tempio dell’architettura il quale circonda la statua del dio, che qui diviene l’eroe in azione. Invece presso di noi le statue stanno all'aria libera senza un simile sfondo. […] A questo riguardo è una idea del tutto errata considerare il coro come uno strascico accidentale ed una semplice sopravvivenza del periodo delle origini del dramma greco. […] Nel periodo di fioritura della tragedia, non fu già mantenuto solo per onorare questo momento della festa e del culto di Bacco, bensì si sviluppò in modo sempre più bello e armonioso solo perché esso appartiene essenzialmente all’azione drammatica stessa a cui è tanto necessario, che la decadenza della tragedia incominciò principalmente con il peggioramento del coro, che non rimase più un membro inte-grale del tutto ma si abbassò ad un indifferente ornamento.
Nessun commento:
Posta un commento