2. Omnia quae fortuna intuetur ita fructifera ac iucunda fiunt si qui habet illa se quoque habet nec in rerum suarum potestate est. Errant enim, Lucili, qui aut boni aliquid nobis aut mali iudicant tribuere fortunam: materiam dat bonorum ac malorum et initia rerum apud nos in malum bonumve exiturarum. Valentior enim omni fortuna animus est et in utramque partem ipse res suas ducit beataeque ac miserae vitae sibi causa est.
«2. Tutte le cose che la fortuna tiene d’occhio così diventano fruttuose e fonte di gioia, se chi le possiede possiede anche se stesso ed è in potere delle sue cose. Errano infatti, Lucilio, coloro che giudicano che la fortuna ci attribuisca qualche bene o qualche male: dà materia di bene e di male e gli spunti di situazioni che sfocieranno per noi in male o bene. Infatti l’animo è più forte di ogni fortuna ed è lui a condurre le proprie cose in entrambe le direzioni ed è causa per sé di una vita felice e infelice».
6. Calamitosus est animus futuri anxius et ante miserias miser, qui sollicitus est ut ea quibus delectatur ad extremum usque permaneant; nullo enim tempore conquiescet et expectatione venturi praesentia, quibus frui poterat, amittet.
«6. È disgraziato l’animo ansioso del futuro e afflitto prima delle afflizioni, che si preoccupa che i piaceri di cui gode durino fino all’ultimo giorno; infatti non avrà pace in nessun momento e nell’attesa di ciò che verrà perderà il presente, di cui avrebbe potuto godere».
7. Potest fortunam cavere qui potest ferre;… Nihil est nec miserius nec stultius quam praetimere: quae ista dementia est malum suum antecedere?
«7. Può guardarsi dalla fortuna colui che può sopportarla;… Nulla è più infelice e stupido che temere in anticipo: che follia è questa di precorrere il proprio male?
8. Plus dolet quam necesse est qui ante dolet quam necesse est.
«8. Soffre più di quanto è necessario chi soffre prima di quanto è necessario».
11. Habere eripitur, habuisse numquam. Peringratus est qui, cum amisit, pro accepto nihil debet.
«11. Il possedere viene strappato, l’aver posseduto mai. È oltremodo ingrato chi, quando ha perso un bene, non deve niente in cambio di ciò che ha ricevuto».
13. intellegebat enim quod dari posset et eripi posse.
«13. capiva infatti che quello che può essere dato può anche essere strappato».
17. Hoc est, mi Lucili, philosophiam in opere discere et ad verum exerceri, videre quid homo prudens animi habeat contra mortem, contra dolorem, cum illa accedat, hic premat; quid faciendum sit a faciente discendum est.
«17. Questo significa, mio Lucilio, imparare la filosofia operando e allenarsi confrontandosi con la verità, vedere che animo abbia un uomo saggio contro la morte, contro il dolore, quando quella si avvicina e questo ci schiaccia; si deve imparare ciò che si deve fare da chi lo fa».
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