Primo stasimo – vv. 370-431
Si presenta come un commento lirico all’episodio precedente in due coppie strofiche. Le strofi sono direttamente collegate al contesto drammatico: στρ. α denuncia la ὕβρις che Penteo ha appena mostrato e contro di essa si appella allo spirito di Santità (Ὁσία); στρ. β esprime il πόθος, il desiderio inappagato del Coro di fuggire in terre dove i suoi riti non siano banditi come accade a Tebe. Le antistrofi distolgono lo sguardo dalla situazione immediata per illustrare il conflitto di fondo in termini più generali, per mezzo di una serie di γνῶμαι: la lotta tra penteo e il nuovo dio diventa il modello di tutte le lotte tra l’arrogante “ingegnosità” (Dodds usa cleverness) degli intellettuali atei e l’istintivo sentimento religioso della gente. La medesima struttura – strofe drammatica e antistrofe universalizzante – si trova nel terzo stasimo (862 sqq.) e nel quarto (977 sqq.), sebbene in altri cori euripidei il pensiero muova più spesso dall’universale al particolare, come per esempio in Medea, 410 sqq. (il primo stasimo): ἄνω ποταμῶν ἱερῶν χωροῦσι παγαί, / καὶ δίκα καὶ πάντα πάλιν στρέφεται. / ἀνδράσι μὲν δόλιαι βουλαί, θεῶν δ’ / οὐκέτι πίστις ἄραρε· / τὰν δ’ ἐμὰν εὔκλειαν ἔχειν βιοτὰν στρέψουσι φᾶμαι· / ἔρχεται τιμὰ γυναικείῳ γένει· / οὐκέτι δυσκέλαδος φάμα γυναῖκας ἕξει. // μοῦσαι δὲ παλαιγενέων λήξουσ’ ἀοιδῶν / τὰν ἐμὰν ὑμνεῦσαι ἀπιστοσύναν. / οὐ γὰρ ἐν ἁμετέρᾳ γνώμᾳ λύρας / ὤπασε θέσπιν ἀοιδὰν / Φοῖβος, ἁγήτωρ μελέων· ἐπεὶ ἀντάχησ’ ἂν ὕμνον / ἀρσένων γέννᾳ. μακρὸς δ’ αἰὼν ἔχει / πολλὰ μὲν ἁμετέραν ἀνδρῶν τε μοῖραν εἰπεῖν, «In alto scorrono le sorgenti dei sacri fiumi, / e giustizia e tutte le cose si torcono a rovescio; / agli uomini appartengono i consigli fraudolenti, e degli dèi / non è più salda la fede. / La fama stravolgerà la mia vita così da avere gloria; / giunge onore alla genere femminile; / non più una infamante reputazione avrà le donne. // Le Muse degli antichi cantori cesseranno / di inneggiare alla mia infedeltà. / Infatti nel nostro spirito non / accordò suono ispirato di lira / Febo signore dei canti; poiché avrei levato un inno di risposta / al genere maschile. Una lunga età ha / molte cose da dire sul destino nostro e degli uomini»; dopo questi pensieri di carattere generale il coro passa a considerare la situazione particolare di Medea.
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