domenica 22 dicembre 2024

Euripide, Baccanti – testo traduzione e commento – Maturità 2025 – 1° episodio: vv. 319-327

 

ὁρᾷς; σὺ χαίρεις, ὅταν ἐφεστῶσιν πύλαις

πολλοί, τὸ Πενθέως δ' ὄνομα μεγαλύνῃ πόλις·     320

κἀκεῖνος, οἶμαι, τέρπεται τιμώμενος.

ἐγὼ μὲν οὖν καὶ Κάδμος, ὃν σὺ διαγελᾷς,

κισσῷ τ' ἐρεψόμεσθα καὶ χορεύσομεν,

πολιὰ ξυνωρίς, ἀλλ' ὅμως χορευτέον,

κοὐ θεομαχήσω σῶν λόγων πεισθεὶς ὕπο.             325

μαίνῃ γὰρ ὡς ἄλγιστα, κοὔτε φαρμάκοις

ἄκη λάβοις ἂν οὔτ' ἄνευ τούτων νόσου.1


1 319-327: «Vedi? Tu godi, quando si presentano alle porte / in molti, e la città magnifica il nome di Penteo; / anche quello, penso, si rallegra ad essere onorato. / Io dunque e Cadmo, che tu deridi, / ci incoroneremo d’edera e danzeremo, / una coppia canuta, ma ugualmente si deve danzare, / e non combatterò contro un dio, perché persuaso dalle tue parole. / Sei folle infatti nel modo più doloroso, e non potresti / trovare una cura dalla malattia né coi filtri né senza questi».

319-321 – Gli dèi, come i re, esigono di essere trattati con rispetto, come si esprime anche Afrodite in Ippolito, 7-8 ἔνεστι γὰρ δὴ κἀν θεῶν γένει τόδε· / τιμώμενοι χαίρουσιν ἀνθρώπων ὕπο, «infatti anche nella stirpe degli dèi c’è questo sentimento: / godono di essere onorati dagli uomini»; così anche la Morte in Alcesti, 53 τιμαῖς κἀμὲ τέρπεσθαι δόκει, «considera che anche io godo degli onori che mi appartengono». L’argomento è di quelli che ci si poteva aspettare che Penteo, egli stesso un cultore della τιμή, apprezzasse.

326 – φαρμάκοις: come il serpente nutre la sua rabbia con cattivi veleni (Omero, Iliade, XXII, 94 βεβρωκὼς κακὰ φάρμακ’, ἔδυ δέ τέ μιν χόλος αἰνός, «avendo mangiato cattivi veleni, penetrò in lui terribile collera»; si tratta di Ettore che, assimilato ad un serpente, sta duellando con Achille), così la rabbia omicida o altre follie umane sono convenzionalmente ascritte a cause analoghe: cfr. Eschilo, Agamennone, 1407-1409 τί κακόν, ὦ γύναι, / … ἐδανὸν ἢ ποτὸν / πασαμένα … / τόδ’ ἐπέθου θύος, «o donna, quale cattivo / … cibo o pozione / avendo ingerito … / infliggesti questo sacrificio?» (si tratta evidentemente di Clitemnestra); Banquo parla negli stessi termini quando domanda, dopo l’incontro con le streghe have we eaten on the insane root / That takes the reason prisoner?, «abbiamo mangiato la radice della follia / che fa prigioniera la ragione?».

327 – νόσου: Tebe è per definizione la città malata, come si vede anche, e soprattutto, nell’Edipo re di Sofocle, 22-30: Πόλις γάρ, ὥσπερ καὐτὸς εἰσορᾷς, ἄγαν / ἤδη σαλεύει, κἀνακουφίσαι κάρα / βυθῶν ἔτ’ οὐχ οἵα τε φοινίου σάλου, /φθίνουσα μὲν κάλυξιν ἐγκάρποις χθονός, / φθίνουσα δ’ ἀγέλαις βουνόμοις τόκοισί τε / ἀγόνοις γυναικῶν· ἐν δ’ ὁ πυρφόρος θεὸς / σκήψας ἐλαύνει, λοιμὸς ἔχθιστος, πόλιν, / ὑφ’ οὗ κενοῦται δῶμα Καδμεῖον, μέλας δ’ / Ἅιδης στεναγμοῖς καὶ γόοις πλουτίζεται, «La città, infatti, come tu stesso vedi, troppo / ormai fluttua, e non è più capace / di risollevare il capo dai gorghi del vortice di sangue, / consumandosi nei calici senza frutti della terra, / consumandosi nelle mandrie al pascolo e nei parti / senza figli delle donne; intanto il dio portatore di fuoco / lanciatosi si avventa sulla città, odiosissima peste, / dalla quale è svuotata la casa di Cadmo, e il nero / Ade si arricchisce di gemiti e lamenti».

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