42. Aeque praecepta bona, si saepe tecum sint, profutura quam bona exempla.
«42. I buoni precetti, se stanno spesso con te, sono destinati a giovare come i buoni esempi».
43. adeo etiam sine ratione ipsa veritas lucet.
«43. A tal punto anche senza spiegazioni la verità da sola splende1».
46. Duae res plurimum roboris animo dant, fides veri et fiducia: utramque admonitio facit.
«46. Due cose danno il massimo della solidità all’animo, la fede nella verità e la fiducia in sé stessi: entrambe le cose produce l’ammonimento».
47. Pars virtutis disciplina constat, pars exercitatione; et discas oportet et quod didicisti agendo confirmes.
«47. Una parte della virtù è fatta di apprendimento, una parte di esercizio; bisogna sia che impari sia che consolidi ciò che hai imparato».
52. nonne apparet opus esse nobis aliquo advocato qui contra populi praecepta praecipiat?
«52. Non è forse evidente che abbiamo bisogno di un qualche difensore che che ci dia insegnamenti contrari a quelli della massa?3».
54. Nemo errat uni sibi, sed dementiam spargit in proximos accipitque invicem… Dum facit quisque peiorem, factus est; didicit deteriora, dein docuit.
«54. Nessuno erra solo per se stesso, ma semina follia sul prossimo e la riceve a sua volta… Mentre ciascuno rende un altro peggiore, è diventato tale; impara cose più brutte, poi le insegna4».
1 cfr. supra nota a par. 28.
3 Cfr. De vita beata, 1: Decernatur itaque et quo tendamus et qua, non sine perito aliquo cui explorata sint ea in quae procedimus, quoniam quidem non eadem hic quae in ceteris peregrinationibus condicio est: in illis comprensus aliquis limes et interrogati incolae non patiuntur errare at hic tritissima quaeque uia et celeberrima maxime decipit, «Si stabilisca dunque sia dove tendere sia per dove, non senza una persona esperta per cui siano stati esplorati quei campi verso cui procediamo, perché certamente qui la condizione non è la medesima che negli altri viaggi: in quelli un sentiero riconosciuto e gli abitanti interrogati non consentono di sbagliare strada, mentre qui tutte le vie più sono battute e frequentate più traggono in inganno».
4 Cfr. De vita beata, 1: Nemo sibi tantummodo errat, sed alieni erroris et causa et auctor est; nocet enim adplicari antecedentibus et, dum unusquisque mauult credere quam iudicare, numquam de uita iudicatur, semper creditur, uersatque nos et praecipitat traditus per manus error. Alienis perimus exemplis: sanabimur, [si] separemur modo a coetu. «Nessuno erra soltanto per sé, ma è causa e fonte dell’errore altrui; nuoce infatti appoggiarsi a coloro che ci precedono e, finché ciascuno preferisce credere piuttosto che giudicare, mai si esprime un giudizio sulla vita, sempre si crede, e ci tormenta e fa precipitare l’errore tramandato di mano in mano. Periamo a causa degli esempi altrui: guariremo, basta che ci separiamo dalla folla».
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