1. Erras, mi Lucili, si existimas nostri saeculi esse vitium luxuriam et neglegentiam boni moris et alia quae obiecit suis quisque temporibus: hominum sunt ista, non temporum. Nulla aetas vacavit a culpa.
«1. Sbagli, mio Lucilio, se pensi che siano un vizio della nostra epoca la mollezza e la negligenza dei buoni costumi e altre cose che ciascuno rimprovera ai suoi tempi: questi sono vizi degli uomini, non dei tempi. Nessuna età è stata esente da colpa».
8. licentia urbium aliquando disciplina metuque, numquam sponte considet.
«8. La sfrenatezza delle città si placherà qualche volta con la disciplina e la paura, mai spontaneamente».
10. Omne tempus Clodios, non omne Catones feret… omnium aliarum artium peccata artificibus pudori sunt offenduntque deerrantem, vitae peccata delectant.
«10. Tutte le epoche porteranno dei Clodi, non tutte dei Catoni… i peccati di tutte le altre arti sono motivo di vergogna per gli artefici e offendono chi sbaglia, i peccati della vita danno gusto».
14. prima illa et maxima peccantium est poena peccasse, nec ullum scelus, licet illud fortuna exornet muneribus suis, licet tueatur ac vindicet, inpunitum est, quoniam sceleris in scelere supplicium est.
«14. Quella prima e massima punizione di chi pecca è aver peccato, e nessun crimine, ancorché la fortuna lo adorni coi suoi doni, ancorché lo protegga e lo liberi dal castigo, è senza punizione, poiché la tortura del crimine è nel crimine».
16. Multos fortuna liberat poena, metu neminem.
«16. La fortuna libera molti dalla punizione, dalla paura nessuno».
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