lunedì 23 dicembre 2024

Sulla scrittura – Seneca, Epistulae, 100

 

1. oblitus de philosopho agi compositionem eius accusas.

«1. dimenticandoti che si tratta di un filosofo critichi la sua forma».

2. mores ille, non verba composuit et animis scripsit ista, non auribus.

«2. Egli ha messo insieme precetti morali, non parole e ha scritto queste cose per gli animi, non per le orecchie».

3. fere quae impetu placent minus praestant ad manum relata.

«3. In genere i discorsi che piacciono per l’impetuosità sono meno espressivi una volta riportati alla scrittura».

4. maior ille est qui iudicium abstulit quam qui meruit… Oratio sollicita philosophum non decet.

«4. È più grande quello che ha strappato un giudizio di colui che l’ha meritato… Uno stile frenetico non si addice al filosofo».

5. Fabianus non erat neglegens in oratione sed securus. Itaque nihil invenies sordidum: electa verba sunt, non captata.

«5. Fabiano non era trascurato nello stile ma pacato. E così non troverai niente di spregevole: le parole sono scelte, non ricercate».

7. Lege Ciceronem: compositio eius una est, pedem curvat lenta et sine infamia mollis.

«7. Leggi Cicerone: il suo modo di disporre le parole è unitario, piega lento l’andatura ed è flessibile senza disonore».

11. illud praestabit, ut liqueat tibi illum sensisse quae scripsit. Intelleges hoc actum ut tu scires quid illi placeret, non ut ille placeret tibi.

«11. Farà in modo che ti sia chiaro che egli ha provato le cose che ha scritto. Capirai che questo è stato fatto affinché tu sapessi cosa a lui piaceva, non affinché egli piacesse a te».

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