lunedì 16 dicembre 2024

Seneca, Epistulae, 66

Belli fuori o belli dentro – Ratio naturae imitatio


 [2] Errare mihi visus est qui dixit: «gratior et pulchro veniens e corpore virtus». Non enim ullo honestamento eget: ipsa magnum sui decus est et corpus suum consecrat.

 «Mi sembra che abbia sbagliato Virgilio che disse: ed è più gradita la virtù se viene da un bel corpo1. Non ha bisogno infatti di alcun ornamento: essa stessa è da sola ornamento di se stessa e consacra il proprio corpo».

 [4] non deformitate corporis foedari animum, sed pulchritudine animi corpus ornari.

 «4. …che non è l’animo che è deturpatato dalla bruttezza del corpo, ma è il corpo che ornato dalla bellezza dell’animo».

 [9] Omnis in modo est virtus; modo certa mensura est.

 «9. ogni virtù è misura2; la misura ha un grado definito».

 [16] Non potest honestum esse quod non est liberum; nam quod timet servit.

 «16. Non può essere onesto ciò che non è libero; infatti ciò che teme è schiavo».

 [26] Ulixes ad Ithacae suae saxa sic properat quemadmodum Agamemnon ad Mycenarum nobiles muros; nemo enim patriam quia magna est amat, sed quia sua.

 «26. Ulisse ha fretta di tornare alle pietre della sua Itaca così come Agamennone ai nobili muri di Micene; nessuno infatti ama la patria perché è grande, ma perché è sua».

 [39] Bonum sine ratione nullum est, sequitur autem ratio naturam. 'Quid est ergo ratio?' Naturae imitatio. 'Quod est summum hominis bonum?' Ex naturae voluntate se gerere.

 «39. Non c’è nessun bene senza ragione, e la ragione segue la natura. ‘Cos’è dunque la ragione?’ Imitazione della natura. ‘Qual è il sommo bene dell’uomo?’ Tenere una condotta in base alla volontà della natura».

 [41] Bonorum unum propositum est consentire naturae.

 «41. L’unico obiettivo dei buoni è essere in armonia con la natura».


1 Virgilio, Eneide, V, 344. La citazione di Seneca è imprecisa: quella corretta dice in corpore.
   Cfr. Platone, Repubblica, V, 457a: ἀποδυτέον δὴ ταῖς τῶν φυλάκων γυναιξίν, ἐπείπερ ἀρετὴν ἀντὶ ἱματίων ἀμφιέσονται, καὶ κοινωνητέον πολέμου τε καὶ τῆς ἄλλης φυλακῆς τῆς περὶ τὴν πόλιν, καὶ οὐκ ἄλλα πρακτέον: τούτων δ᾽ αὐτῶν τὰ ἐλαφρότερα ταῖς γυναιξὶν ἢ τοῖς ἀνδράσι δοτέον διὰ τὴν τοῦ γένους ἀσθένειαν, «devono spogliarsi pertanto le donne dei guardiani, perché appunto indosseranno virtù al posto di vestiti, e devono partecipare alla guerra e allaltra custodia della città, e non fare cose diverse; di queste attività però bisogna assegnare le più leggere alle donne piuttosto che agli uomini, per la debolezza del sesso».

 2 La più efficace definizione del concetto di misura si trova in Orazio, Satire, I, 1, vv. 106-107: est modus in rebus, sunt certi denique fines, / quos ultra citraque nequit consistere rectum, «C’è una misura nelle cose, ci sono in fondo dei confini precici, / al di là e al di qua dei quali non può trovarsi il giusto».

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