lunedì 9 dicembre 2024

Seneca, Epistulae, 49

Tempo e semplicità 


5. Negat Cicero, si duplicetur sibi aetas, habiturum se tempus quo legat lyricos.

«5. Cicerone dice che, se gli venisse raddioppiata la durata della vita, non avrebbe il tempo con cui leggere i lirici».

10. Doce non esse positum bonum vitae in spatio eius sed in usu, posse fieri, immo saepissime fieri, ut qui diu vixit parum vixerit.

«10. Insegnami che il bene della vita non si trova nella sua durata, ma nell’uso, che può accadere, anzi spessissimo accade, che chi ha vissuto a lungo ha vissuto poco».

12. ut ait ille tragicus1, 'veritatis simplex oratio est', ideoque illam implicari non oportet; nec enim quicquam minus convenit quam subdola ista calliditas animis magna conantibus.

«12. Come dice quel famoso tragico, “il discorso della verità è semplice”, e quindi non è il caso di complicarlo; e infatti non c’è alcuna cosa che convenga meno di questa furbizia subdola agli animi che si preparano a grandi imprese2».


1 Si tratta di un verso (469) delle Fenicie di Euripide: ἁπλοῦς ὁ μῦθος τῆς ἀληθείας ἔφυ, «il discorso della verità è semplice per natura; i versi seguenti (470-472) recitano così: κοὐ ποικίλων δεῖ τἄνδιχ’ ἑρμηνευμάτων· / ἔχει γὰρ αὐτὰ καιρόν· ὁ δ’ ἄδικος λόγος / νοσῶν ἐν αὑτῷ φαρμάκων δεῖται σοφῶν, «e ciò che è giusto non ha bisogno di intricate interpretazioni: / ha in sé ciò che è opportuno; il discorso ingiusto invece / avendo il vizio dentro di sé ha bisogno di espedienti sofisticati».

2 Sulla semplicità come valore dice parole molto belle e chiare Schopenhauer (Parerga e paralipomena II, cap. 23, Sul mestiere dello scrittore): 283:

«La maschera più resistente è quella della incomprensibilità… e ha raggiunto finalmente il suo vertice con Hegel: e sempre con esito fortunatissimo. Eppure non vi è nulla di più facile che scrivere in modo che nessuno possa capire; come, invece, nulla è più difficile che esprimere pensieri significativi in modo che ognuno debba comprenderli. [Lastrusità è parente dellassurdità, e ogni volta è infinitamente più probabile che essa celi una mistificazione piuttosto che una qualche intuizione profonda]. La reale presenza dello spirito rende tutti i suddetti artifici superflui 
Scribendi recte sapere est et principium et fons 
La semplicità è sempre stata un indice non soltanto di verità, ma altresì di genialità. Lo stile riceve bellezza dal pensieroPerciò la prima regola, e forse lunica, del buono stile, è che si abbia qualcosa da dire Una caratteristica di costoro è anche che, se possibile, evitano tutte le espressioni decise, onde, poter, eventualmente, tirare la testa fuori da laccio: per ciò scelgono in tutti i casi lespressione più astratta una costante paura per tutte le espresssioni definite  
Nel discorso di un uomo dingegno troviamo in ogni parola, come in ogni pennellata, unintenzione specifica; dove manca lingegno, tutto è approntato in modo meccanico. * la testa superiore crea ogni frase appositamente per il caso specifico. 
Se è vero che bisogna possibilmente pensare come uno spirito grande, bisogna invece parlare la stessa lingua che parlano gli altri 
Colui che scrive in modo affettato somigli a colui che si mette si mette in ghingheri per non essere scambiato e confuso col volgo; è questo un pericolo che il gentlemen non corre maicosì lo stile prezioso rivela la testa volgare. 
Nondimeno è sbagliato voler scrivere proprio come si parla. Piuttosto, ogni stile di scrittura deve rivelare una certa affinità con lo stile lapidario, che è infatti lantenato di tutti gli stili 
L’oscurità, la mancanza di chiarezza nellespressione è sempre e dovunque un sintomo assai brutto. Poiché in novantanove casi su cento essa deriva dalla mancanza di chiarezza nel pensieroQuando in una testa sorge un pensiero giusto, cerca subito la chiarezza e la raggiungerà ben presto 
Se uno ha da comunicare una cosa giusta, si sforzerà di parlare in modo non chiaro oppure in modo chiaro? 
Ogni parola superflua agisce proprio in modo contrario al suo scopoBisogna fare risparmiare al lettore tempo, sforzo e oazienzaQui trova la sua giusta applicazione il detto di Esiodo πλέον ἥμισυ παντὸς. In generale non occorre dire tuttoLa verità quando è nuda è più bella, e limpressione che essa fa è tanto più profonda quanto più semplice ne è l’espressionebisogna evitare ogni ornamento retorico non necessariobisogna industriasi per uno stile casto non bisogna mai sacrificare la chiarezza, e tanto meno la grammatica, alla concisione 
L’introduzione della misera grammaticae non, come opinano certi gretti puristi, lintroduzione di singole parole straniere. queste vengono assimilate e arricchiscono la lingua 
I segni di interpunzione tipografici vengono trattati, infatti, come se fossero d’oro… 
Non bisogna dunque contrarre parole e forme linguistiche, bensì ingrandire i pensieri: come un convalescente potrà riempire di nuovo i suoi vestiti non facendoli restringere bensì riacquistando la sua prestanza».

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