Comunque sia, la ὠμοφαγία e l’incarnazione bestiale rivelano Dioniso come qualcosa di molto più significativo e molto più pericoloso di un dio del vino. Egli è il principio della vita animale, ταῦρος e ταυροφάγος,1 il cacciato e il cacciatore – la sfrenata potenza che l’uomo invidia nelle bestie e cerca di assimilare. Il suo culto fu in origine un tentativo, da parte degli esseri umani, di raggiungere una comunione con questa potenza. L’effetto psicologico era di liberare l’istintiva vita dell’uomo dalla schiavitù impostale dalla ragione e dalle consuetudini sociali: il fedele diventava cosciente di una nuova, estranea vitalità, che egli attribuiva alla presenza del dio in sé (cfr. Baccanti, vv. 187 sqq., 194, 945-6)2. Euripide sembra allo stesso modo alludere ad un ulteriore effetto, al fondersi della coscienza individuale in una coscienza di gruppo: il fedele θιασεύεται ψυχὰν (Baccanti, v. 75)3, è tutt’uno non solo con il Signore della Vita, ma anche con i suoi seguaci di fede; ed è tutt’uno anche con la vita della terra (Baccanti, vv. 726-7 e nota)4.
1 Sofocle, fr. 668.[N.d.T.] Διονύσου τοῦ ταυροφάγου, «di Dioniso mangiatore di tori».
2 [N.d.T.] ὡς οὐ κάμοιμ' ἂν οὔτε νύκτ' οὔθ' ἡμέραν / θύρσῳ κροτῶν γῆν· ἐπιλελήσμεθ' ἡδέως / γέροντες ὄντες, « Giacché io non mi stancherei né di notte né di giorno / di battere la terra col tirso: ci siamo dimenticati / con piacere di essere vecchi» (Cadmo); ὁ θεὸς ἀμοχθεὶ κεῖσε νῷν ἡγήσεται, « Il dio guiderà noi due là senza sforzo» (Tiresia); ἆρ' ἂν δυναίμην τὰς Κιθαιρῶνος πτυχὰς / αὐταῖσι βάκχαις τοῖς ἐμοῖς ὤμοις φέρειν;, «Potrei portare sulle le mie spalle le balze / del Citerone con le baccanti stesse» (Penteo).
3 [N.d.T.] «rende l’anima partecipe del tiaso».
4 [N.d.T.] πᾶν δὲ συνεβάκχευ' ὄρος / καὶ θῆρες, οὐδὲν δ' ἦν ἀκίνητον δρόμῳ, «il monte baccheggiava tutto / e anche le fiere, e non c’era nulla che non fosse mosso dalla corsa» (è il discorso del messaggero giunto dalla montagna).
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