Queste considerazioni suggeriscono che Penteo possa essere una figura composta (come Guy Fawkes) di elementi storici e rituali – allo stesso tempo lo storico avversario del dio e la sua vittima rituale. Euripide gli ha conferito una fisionomia che si addice alla sua veste originaria: è l’aristocratico conservatore greco, che disprezza la nuova religione in quanto βάρβαρον, la odia per la sua cancellazione delle distinzioni di sesso e classe sociale, e la teme come una minaccia all’ordine sociale e alla pubblica morale. Ci sono però delle caratteristiche nella sua storia come il dramma la presenta che assomigliano a elementi tradizionali derivati dal rituale, e non si spiegano facilmente sulla base di qualsiasi altra ipotesi. Tali sono l’appostamento di Penteo sull’abete sacro (vv. 1058-1075 n.), il suo bersagliamento con rami d’abete e quercia (vv. 1096-1098 n.), e l’errata convinzione di Agave di trasportare la testa recisa di una delle incarnazioni ferine del dio, un vitello o un leone, su cui invita il coro a festeggiare (vv. 1184-1187 nn.). E se accettiamo questi come riflessi di un rituale sacrificale originario, possiamo ragionevolmente collegare al medesimo rituale – e di conseguenza riconoscere come sostanzialmente tradizionali – due fondamentali episodi della storia, quando Penteo viene incantato o stregato e quando viene vestito in paramenti rituali. Se Penteo deve essere la vittima del dio, bisogna che egli diventi il tramite del dio (questa è la teoria dionisiaca del sacrificio): Dioniso deve entrare in lui e farlo impazzire, non con pozioni o droghe o ipnosi, come il moderno razionalismo troppo disinvoltamente suppone, ma con una soprannaturale intromissione nella personalità dell’uomo (cfr. la nota introduttiva al terzo episodio c). Inoltre, prima che la vittima sia sbranata, deve essere consacrata da un rito di investitura: come il vitello a Tenedo indossava il coturno del dio, così Penteo deve indossare la μίτρα del dio (vv. 831-833 n., 854-855 n.). Possiamo dire con una certa sicurezza che né la scena in cui viene stregato né la scena della “toilette” sono, nei loro punti principali, l’invenzione del poeta (o di qualsiasi poeta) così come sono state esposte, sebbene a partire da questi elementi tradizionali egli abbia creato qualcosa che è unico nella sua stranezza e capacità di coinvolgimento. Lo stesso sembra essere vero di molti dei punti del discorso del primo messaggero (vedi commento).
Nessun commento:
Posta un commento