Epos e dramma
1447a
ἐποποιία δὴ καὶ ἡ τῆς τραγῳδίας ποίησις ἔτι δὲ κωμῳδία καὶ ἡ διθυραμβοποιητικὴ καὶ τῆς αὐλητικῆς ἡ πλείστη καὶ κιθαριστικῆς πᾶσαι τυγχάνουσιν οὖσαι μιμήσεις τὸ σύνολον.
«L’epica e la poesia tragica e la commedia e la composizione di ditirambi e la maggior parte dell’auletica e della citaristica si trovano ad essere tutte imitazioni nel complesso».
1448a
Ἐπεὶ δὲ μιμοῦνται οἱ μιμούμενοι πράττοντας, ἀνάγκη δὲ τούτους ἢ σπουδαίους ἢ φαύλους εἶναι... ἐν αὐτῇ δὲ τῇ διαφορᾷ καὶ ἡ τραγῳδία πρὸς τὴν κωμῳδίαν διέστηκεν· ἡ μὲν γὰρ χείρους ἡ δὲ βελτίους μιμεῖσθαι βούλεται τῶν νῦν…
«Siccome coloro che imitano imitano degli agenti, è necessario che questi siano o seri o buoni a nulla… e proprio in questa differenza anche la tragedia si distingue rispetto alla commedia: infatti l’una vuole imitare uomini migliori l’altra peggiori di quelli attuali»
καὶ γὰρ ἐν τοῖς αὐτοῖς καὶ τὰ αὐτὰ μιμεῖσθαι ἔστιν ὁτὲ μὲν ἀπαγγέλλοντα, ἢ ἕτερόν τι γιγνόμενον ὥσπερ Ὅμηρος ποιεῖ ἢ ὡς τὸν αὐτὸν καὶ μὴ μεταβάλλοντα, ἢ πάντας ὡς πράττοντας καὶ ἐνεργοῦντας τοὺς μιμουμένους…
«Infatti è possibile imitare negli stessi modi e le stesse cose narrando, o diventando un altro come fa Omero o come la stessa persona e non cambiando, oppure tutti coloro che imitano sono come agente e infondono energia».
1448a-b
ὅθεν καὶ δράματα καλεῖσθαί τινες αὐτά φασιν, ὅτι μιμοῦνται δρῶντας. διὸ καὶ ἀντιποιοῦνται τῆς τε τραγῳδίας καὶ τῆς κωμῳδίας οἱ Δωριεῖς ... ποιούμενοι τὰ ὀνόματα σημεῖον· αὐτοὶ μὲν γὰρ κώμας τὰς περιοικίδας καλεῖν φασιν, Ἀθηναίους δὲ δήμους, ὡς κωμῳδοὺς οὐκ ἀπὸ τοῦ κωμάζειν λεχθέντας ἀλλὰ τῇ κατὰ κώμας πλάνῃ ἀτιμαζομένους ἐκ τοῦ ἄστεως· [1448b] καὶ τὸ ποιεῖν αὐτοὶ μὲν δρᾶν, Ἀθηναίους δὲ πράττειν προσαγορεύειν…
«Da qui anche dicono alcuni che sono chiamati drammi, per il fatto che imitano persone che agiscono (δράματα da δράω). Perciò rivendicano la tragedia e la commedia i Dori […] adducendo le parole come indizio: essi infatti dicono di chiamare κώμαι i villaggi, mentre gli Ateniesi δήμοι, come se i comedi non fossero detti così dall’andare in giro facendo baldoria (κωμάζειν) ma dal vagare per i villaggi (κατὰ κώμας) in quanto disprezzati dalla città; τὸ ποιεῖν inoltre quelli lo dicono δρᾶν, gli Ateniesi invece πράττειν».
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