λέγουσι δ' ὥς τις εἰσελήλυθε ξένος,
γόης ἐπῳδὸς Λυδίας ἀπὸ χθονός,
ξανθοῖσι βοστρύχοισιν εὔοσμος κόμην, 235
οἰνωπός, ὄσσοις χάριτας Ἀφροδίτης ἔχων,
ὃς ἡμέρας τε κεὐφρόνας συγγίγνεται
τελετὰς προτείνων εὐίους νεάνισιν.
εἰ δ' αὐτὸν εἴσω τῆσδε λήψομαι χθονός,
παύσω κτυποῦντα θύρσον ἀνασείοντά τε 240
κόμας, τράχηλον σώματος χωρὶς τεμών.1
1 233-241: «Ma dicono che è arrivato uno straniero, / un imbroglione incantatore dalla terra Lidia, / tutto profumato nella chioma dai biondi riccioli, / del colore del vino, con le grazie di Afrodite negli occhi, / il quale di giorno e di notte sta insieme / alle fanciulle con il pretesto dei riti dell’evoè. / Se lo sorprenderò dentro questa terra, / gli farò smettere di battere il tirso e di agitare al vento / le chiome, staccandogli il collo dal corpo».
233 – εἰσελήλυθε: perfetto di εἰσέρχομαι.
234 – γόης ἐπῳδὸς: sono le stesse parole che Teseo lancia a Ippolito dopo il suicidio di Fedra, ritenendolo responsabile (Ippolito, 1038) ἐπῳδὸς καὶ γόης πέφυχ' ὅδε, «questo è per natura un imbroglione e un incantatore». Senza dubbio era questa un’accusa diffusa contro chi propagava culti misterici ad Atene.
235 – εὔοσμος: quella di profumare i capelli era una moda di origine Lidia.
237 – συγγίγνεται: il verbo è deliberatamente allusivo, come quando la gelosa Afrodite descrive Ippolito παρθένῳ ξυνὼν ἀεὶ, «mentre sta sempre insieme a quella vergine» (Ippolito, 17); l’allusione naturalmente è ad Artemide, di cui Ippolito è devoto trascurando Afrodite.
239 – λήψομαι: futuro (deponente) di λαμβάνω.
240 – κτυποῦντα θύρσον: era evidentemente un movimento proprio della danza dionisiaca, come il battere il piede tre volte lo era del tripudium, la danza propria dei Salii.
241 – τράχηλον … τεμών: l’espressione è brutale; a un personaggio con cui simpatizzare non sarebbero mai state messe in bocca parole del genere. La decapitazione tra l’altro era sentita come cosa crudele e non greca. Inoltre alla fine sarà proprio Penteo a subirla, creando un effetto di ironia tragica. – τεμών: participio aoristo di τέμνω, «tagliare», da cui la parola ἄτομον che con Democrito prende il significato di «atomo», in quanto indivisibile, e in greco moderno «persona», con lo stesso passaggio di individuum dal latino all’italiano: in latino individuus, -a, -um significa «indivisibile» e al neutro sostantivato anche «atomo», quindi in italiano «individuo, persona».
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