venerdì 30 agosto 2024

Seneca, Epistulae, 28


Sulla mutatio locorum


 1. Animum debes mutare, non caelum… sequentur te quocumque perveneris vitia.

  «[1] Devi cambiare animo, non cielo».

  2. Hoc idem querenti cuidam Socrates ait, 'quid miraris nihil tibi peregrinationes prodesse, cum te circumferas? premit te eadem causa quae expulit'. Quid terrarum iuvare novitas potest? quid cognitio urbium aut locorum? in irritum cedit ista iactatio. Quaeris quare te fuga ista non adiuvet? tecum fugis.

  «2. A un tale che si lamentava per il medesimo motivo Socrate disse: “Perché ti meravigli che i viaggi non ti procurano nessun giovamento, dato che porti in giro te stesso? Ti opprime la medesima causa che ti ha cacciato via”. A che cosa può giovare la novità delle terre? A cosa la conoscenza di città e luoghi? Questa agitazione approda al nulla. Chiedi perché questa fuga non ti aiuta? Fuggi insieme a te stesso».

  4. Cum hac persuasione vivendum est: 'non sum uni angulo natus, patria mea totus hic mundus est’.

  «4. Bisogna vivere con questa convinzione: “non sono nato per un solo angolo, la mia patria è questo modo intero».

  5. Nunc <non> peregrinaris sed erras et ageris ac locum ex loco mutas, cum illud quod quaeris, bene vivere, omni loco positum sit.

  «5. Ora non sei un viaggiatore ma un vagabondo e sei spinto e cambi da un luogo ad un altro, mentre quello che cerchi, vivere bene, si trova in ogni luogo».

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