ὦ θαλάμευμα Κουρή- 120
των ζάθεοί τε Κρήτας
Διογενέτορες ἔναυλοι,
ἔνθα τρικόρυθες ἄντροις
βυρσότονον κύκλωμα τόδε
μοι Κορύβαντες ηὗρον· 125
βακχείᾳ δ' ἀνὰ συντόνῳ
κέρασαν ἡδυβόᾳ Φρυγίων
αὐλῶν πνεύματι ματρός τε Ῥέας ἐς
χέρα θῆκαν, κτύπον εὐάσμασι βακχᾶν·
παρὰ δὲ μαινόμενοι Σάτυροι 130
ματέρος ἐξανύσαντο θεᾶς,
ἐς δὲ χορεύματα
συνῆψαν τριετηρίδων,
αἷς χαίρει Διόνυσος.1
1 120-134: «O dimora nascosta dei Cureti / e antri di Creta cari agli dèi / in cui nacque Zeus, / dove nelle grotte i Coribanti / dal triplice elmo inventarono per me / questo cerchio dalla pelle tesa; / e nell’impeto del furore bacchico / lo mescolarono al soffio dal dolce suono dei flauti / Frigi e lo posero nella mano / della madre Rea, fragore per gli evoè delle baccanti; / poi Satiri deliranti lo / ottennero dalla dea madre, / e lo adattarono alle danze / delle feste triennali, / delle quali si rallegra Dioniso».
– È il mito dell’origine del τύμπανον (il βυρσότονον κύκλωμα del v. 124): (a) fu inventato in una spelonca cretese dai Cureti o Coribanti (per coprire le grida del neonato Zeus, affinché suo padre Crono non lo trovasse e lo divorasse – cfr. Lucrezio, II, 629 sqq.); essi poi lo presentarono, insieme al flauto frigio, a Rea (madre del bambino Zeus) per essere usati nei suoi riti orgiastici; (b) da lei lo presero i satiri e lo introdussero nel rito dionisiaco della τριετηρίς. Anche questo è eziologico: (a) spiega perché il timpano fosse impiegato nel culto cretese della Madre e del Figlio, (b) spiega perché appare anche in quello di Dioniso. (a) potrebbe essere più antico; (b) sembra un’invenzione del quinto secolo per dar conto delle somiglianze. Per la spiegazione vera vedi nota ai vv. 78-79.
Euripide sembra identificare Rea con Cibele (che già per Pindaro è la madre degli dèi, fr. 77 Bowra, [δέσπ]οιν[αν] Κυβέ[λαν] ματ[έρα], «la signora Cibele madre»), proprio come pare identificare i Curesi, mitici ministri di rea, con i Coribanti, mitici ministri di Cibele; questo genere di sincretismo è caratteristico del tardo quinto secolo, quando si iniziò un tentativo di mettere ordine nel caos dei antichi e nuovi culti e miti.
120 – Dopo l’indicazione del luogo di nascita della madre del dio il coro indica quello del padre del dio; il sottinteso è forse che Tebe non dovrebbe essere meno bramosa di celebrare il figlio di quanto Creta lo sia di celebrare il padre. – θαλάμευμα: «camera segreta», una variazione poetica per θαλάμη, che è vox propria per una sacra spelonca. Spelonche sacre di questo tipo erano i più antichi centri cultuali a Creta e in Anatolia.
123 – τρικόρυθες: non è ben chiaro a cosa alluda; forse non indica nulla di specifico ma è semplicemente esornativo.
126-127 – ἀνὰ … κέρασαν: tmesi.
133 – τριετηρίδων: sono le feste orgiastiche biennali di cui all’introduzione. Il nome è dovuto al modo greco di contare che include l’inizio e la fine.
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