vv. 153-234
(parodo: riassunto)
La parodo è commatica, cioè presenta un canto alternato tra attori e coro, in questo caso tra Ecuba e i due semicori. Prima Ecuba si alterna con il semicoro I, poi col semicoro II; infine il due semicori si riuniscono nell’unico coro composto da donne troiane prigioniere e al termine il corifeo introduce il primo episodio.
Le donne troiane chiedono per quale motivo Ecuba si lamenti e lei risponde che gli Argivi stanno per salpare e questo significa che probabilmente le donne verranno portate via, dopo essere state sorteggiate tra i vincitori. Ecuba poi accenna alla figlia Cassandra, che si trova dentro una tenda, chiedendo di non farla uscire per non aggiungere dolore a dolore.
A questo punto il coro riunitosi si chiede dove dovrà andare e auspica di andare ad Atene almeno, ma di sicuro non a Sparta, τὰν κλεινὰν εἴθ’ ἔλθοιμεν / Θησέως εὐδαίμονα χώραν. / μὴ γὰρ δὴ δίναν γ’ Εὐρώτα, / τὰν ἐχθίσταν θεράπναν Ἑλένας, «magari potessimo andare alla gloriosa / e felice terra di Teseo. / Non certo infatti ai gorghi dell’Eurota, / odiosissima dimora di Elena» (vv. 206-211). Segue poi una sorta di classifica delle regioni auspicabili; da notare l’attenzione rivolta alla Magna Grecia, εὔανδρόν γᾶν, «una terra di uomini forti» (v. 228).
La celebrazione di Atene e l’esecrazione di Sparta è un elemento topico delle tragedie nel periodo caratterizzato dalla guerra del Pelopponeso. Atene invece come oggetto del mito di stato è una costante di tutta la tragedia. Il riferimento alla Sicilia e alla magna Grecia è forse da interpretare come un avvertimento agli Ateniesi che stanno preparando la spedizione in Sicilia (415-413).
Infine viene annunciato l’arrivo di Taltibio, l’araldo degli Danai già nei poemi Omerici.
vv. 235-352
(primo episodio: riassunto)
Si presenta Taltibio comunicando che il sorteggio è stato effettuato e che bisogna portare fuori Cassandra, scelta senza sorteggio, come concubina, da Agamennone. Ecuba si dispera e chiede informazioni su Polissena, l’altra figlia; Taltibio risponde, evasivamente, che le hanno ordinato di servire il sepolcro di Achille, lasciando intendere che è viva; poi Ecuba chiede notizie su Andromaca, scelta anch’ella senza sorteggio da Neottolemo, e su se stessa, capitata a Odisseo, presentato come il peggiore degli uomini, μυσαρῷ δολίῳ λέλογχα φωτὶ δουλεύειν, / πολεμίῳ δίκας, παρανόμῳ δάκει, / ὃς πάντα τἀκεῖθεν ἐνθάδ<ε στρέφει, τὰ δ’> / ἀντίπαλ’ αὖθις ἐκεῖσε διπτύχῳ γλώσσᾳ / φίλα τὰ πρότερ’ ἄφιλα τιθέμενος πάντων, «Ho avuto in sorte di essere schiava di un uomo nefando e fraudolento, / nemico di giustizia, una belva senza legge, / che tutto ciò che viene da là lo stravolge qua, / e al contrario di nuovo là con lingua biforcuta / rendendo senza amore le cose di prima amate da tutti». Si può vedere in questa caratterizzazione di Ulisse, l’eroe mitologico prediletto dai sofisti, un atteggiamento critico proprio nei confronti di quei pensatori a cui Euripide è stato spesso avvicinato per il suo presunto razionalismo13.
Taltibio quindi insiste per far portare fuori Cassandra, la quale in effetti esce in preda al delirio e proclamandosi fortunata per le nozze che sta per celebrare14. Quindi prosegue con i versi che seguono dai quali emerge che «c’è del metodo nella follia»15 di Cassandra. Magari pensando a personaggi come Cassandra, Aristotele (Poetica 1453b) rileva che fondamentale per il carattere dei personaggi è la coerenza, la quale può non appartenere al personaggio in sé, cioè si può rappresentare un personaggio dal carattere incoerente però ὅμως ὁμαλῶς ἀνώμαλον δεῖ εἶναι, «deve comunque essere coerentemente incoerente».
13 Si può pensare ad Aristofane (Nuvole e Rane) e a Nietzsche (La nascita della tragedia).
14 Cassandra allude ironicamente alla sua condizione di concubina di Agamennone, in quanto profetessa sa che il suo aguzzino farà una brutta fine, una volta tornato in patria.
15 Shakespeare, Amleto, atto II, scena 2, vv. 204-205: Though this be madness, yet there is method / in ’t, «sarà follia, ma c’è pure del metodo in essa».
Nessun commento:
Posta un commento