mercoledì 11 settembre 2024

Polibio, Il ciclo delle costituzioni e la costituzione mista - 6° parte

 Capitolo 18

  In questo capitolo è individuato il fattore che determina la forza della costituzione romana: ἀνυπόστατον συμβαίνει γίνεσθαι καὶ παντὸς ἐφικνεῖσθαι τοῦ κριθέντος τὴν ἰδιότητα τοῦ πολιτεύματος (4), «risulta che la particolarità del sistema di governo sia invincibile e che raggiunga ogni proposito» perché anche nei momenti di particolare difficoltà (per esempio quando si diffonde il benessere e subentra la superbia, ὕβρις) τότε καὶ μάλιστα συνιδεῖν ἔστιν αὐτὸ παρ' αὑτοῦ ποριζόμενον τὸ πολίτευμα τὴν βοήθειαν (6), «allora soprattutto è possibile vedere che il sistema di governo procura aiuto esso stesso da se stesso», ciò hai le risorse al suo interno. Il fatto è che nessuna componente prevarica l’altra.


Capitoli 19-42

  Questi sono una digressione sulle milizie romane


Capitolo 43-56

  Questi capitoli confrontano la costituzione romana con quella di altri stati.

 Vengono analizzate quelle di Creta, Sparta e Cartagine; solo velocemente accenna ad Atene e Tebe, che non meritano un approfondimento in quanto i Tebani (tra il 371 e il 362 a.C.), ὥσπερ ἐκ προσπαίου τινὸς τύχης σὺν καιρῷ λάμψαντας, τὸ δὴ λεγόμενον, ἔτι δοκοῦντας ἀκμὴν καὶ μέλλοντας εὐτυχεῖν, τῆς ἐναντίας πεῖραν εἰληφέναι μεταβολῆς (43, 3), «avendo brillato per un’inattesa fortuna unita al momento opportuno, come si dice, quando ancora sembravano essere all’apice e stavano per ottenere il successo, fecero l’esperienza di un cambiamento in senso opposto»; gli Ateniesi raggiunsero l’apice con Temistocle, nella vittoria di Salamina contro i Persiani (480 a.C.), ma poi sperimentarono διὰ τὴν ἀνωμαλίαν τῆς φύσεως (44, 3), «a causa di un’anomalia della natura», il cambiamento in senso opposto: ἀεὶ γάρ ποτε τὸν τῶν Ἀθηναίων δῆμον παραπλήσιον εἶναι συμβαίνει τοῖς ἀδεσπότοις σκάφεσι (44, 4), «infatti succede che il popolo degli Ateniesi sia sempre simile alle navi senza comandante» nelle quali i marinai θαρρήσαντες ἄρξωνται καταφρονεῖν τῶν προεστώτων καὶ στασιάζειν πρὸς ἀλλήλους διὰ τὸ μηκέτι δοκεῖν πᾶσι ταὐτά (44, 5), «inorgogliendosi comincino a disprezzare i capi e a litigare tra di loro per il fatto di non pensare tutti la medesima cosa». Tali navi quindi πολλάκις διαφυγόντες τὰ μέγιστα πελάγη καὶ τοὺς ἐπιφανεστάτους χειμῶνας ἐν τοῖς λιμέσι καὶ πρὸς τῇ γῇ ναυαγοῦσιν. ὃ δὴ καὶ τῇ τῶν Ἀθηναίων πολιτείᾳ πλεονάκις ἤδη συμβέβηκε (44, 7-8), «spesso, dopo essere scampate ai più grandi marosi e alle più notevoli tra le tempeste, fanno naufragio nei porti e in prossimità della terra. E questo, in effetti, è accaduto già più di una volta anche allo stato degli Ateniesi». La conclusione è che non vale la pena di dilungarsi su costituzioni nelle quali ὄχλος χειρίζει τὰ ὅλα κατὰ τὴν ἰδίαν ὁρμήν (44, 9), «il volgo gestisce tutto secondo il proprio capriccio».

  Nel capitolo 50, nel parlare della costituzione di Licurgo, Polibio ne tesse l’elogio, ma solo se si vuole preservare la sicurezza e la libertà; εἰ δέ τις μειζόνων ἐφίεται, κἀκείνου κάλλιον καὶ σεμνότερον εἶναι νομίζει τὸ πολλῶν μὲν ἡγεῖσθαι, πολλῶν δ' ἐπικρατεῖν καὶ δεσπόζειν, πάντας δ' εἰς αὐτὸν ἀποβλέπειν [4] καὶ νεύειν πρὸς αὐτόν, τῇδέ πῃ συγχωρητέον τὸ μὲν Λακωνικὸν ἐνδεὲς εἶναι πολίτευμα, τὸ δὲ Ῥωμαίων διαφέρειν καὶ δυναμικωτέραν ἔχειν τὴν σύστασιν (50, 3-4) «se invece uno aspira a imprese maggiori, e ritiene che sia più bello e nobile di quello guidare molti, dominare e signoreggiare molti, che tutti guardino a lui e pieghino il capo davanti a lui, in questo caso bisogna ammettere che la forma di governo spartana è difettosa, mentre quella romana è superiore e ha una costituzione più forte».

  L’imperialismo romano dunque è cosa bella e nobile.


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