L’idea della ciclicità applicata alla costituzioni risale a Polibio che la associa a quella della «costituzione mista», di cui Roma è l’esemplare meglio riuscito. L’argomento è trattato nel libro VI (§§ 1-57) delle sue Storie. Vediamone un riassunto.
La definizione di «costituzione mista» non compare in Polibio né altrove; egli così la descrive (VI, 3, 7): δῆλον γὰρ ὡς ἀρίστην μὲν ἡγητέον πολιτείαν τὴν ἐκ πάντων τῶν προειρημένων ἰδιωμάτων συνεστῶσαν, «è chiaro infatti che bisogna considerare come la migliore costituzione quella che si compone di tutte le caratteristiche summenzionate».
Capitolo 1
All’inizio del libro Polibio sospende la narrazione della guerra (siamo nel 216 a.C., prima della battaglia di Canne) per dimostrare che il massimo giovamento per i Romani è derivato dalla «particolarità della costituzione», ἡ τοῦ πολιτεύματος ἰδιότης (1), soprattutto «in relazione all’avere l’idea di conquistare l’impero universale», πρὸς τὸ […] ἔννοιαν σχεῖν τῆς τῶν ὅλων ἐπιβολῆς (1).
Capitolo 2
Ὅτι τὸ ψυχαγωγοῦν ἅμα καὶ τὴν ὠφέλειαν ἐπιφέρον τοῖς φιλομαθοῦσι τοῦτ' ἔστιν ἡ τῶν αἰτιῶν [9] θεωρία καὶ τοῦ βελτίονος ἐν ἑκάστοις αἵρεσις. μεγίστην δ' αἰτίαν ἡγητέον ἐν ἅπαντι πράγματι καὶ πρὸς ἐπιτυχίαν καὶ τοὐναντίον τὴν τῆς πολιτείας [10] σύστασιν, «La cosa più affascinante e che contemporaneamente apporta vantaggio a chi ama imparare è questa, l’esame delle cause e la scelta della soluzione migliore nelle singole situazioni. Ma la causa più importante in ogni azione deve essere considerata sia per il successo sia per il contrario la struttura della costituzione (8-10).
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