martedì 8 ottobre 2024

Il mito di Prometeo – Platone, Protagora, 320c-322d – corollari platonici



 Aggiungo alcuni altri passi platonici in cui al piano della tecnica viene contrapposto quello dell’etica e della politica.


Platone, Politico, 276b-c

ΞΕ. Ἐπιμέλεια δέ γε ἀνθρωπίνης συμπάσης κοινωνίας οὐδεμία ἂν ἐθελήσειεν ἑτέρα μᾶλλον καὶ προτέρα τῆς βασιλικῆς [c] φάναι καὶ κατὰ πάντων ἀνθρώπων ἀρχῆς εἶναι τέχνη.

«Straniero di Elea «Ma nessuna altra arte può pretendere di definirsi, di più e prima di quella regia, cura di tutta quanta la comunità umana e arte di governo su tutti gli uomini».

ΝΕ. ΣΩ. Λέγεις ὀρθῶς.

Socrate il giovane «Dici bene».

ΞΕ. Μετὰ ταῦτα δέ γε, ὦ Σώκρατες, ἆρ' ἐννοοῦμεν ὅτι πρὸς αὐτῷ δὴ τῷ τέλει συχνὸν αὖ διημαρτάνετο;

Str. «Dopo di che, oh Socrate, non notiamo che proprio alla fine è stato commesso un grosso errore?»

ΝΕ. ΣΩ. Τὸ ποῖον;

Socr. g.«Quale?»

ΞΕ. Τόδε, ὡς ἄρ' εἰ καὶ διενοήθημεν ὅτι μάλιστα τῆς δίποδος ἀγέλης εἶναί τινα θρεπτικὴν τέχνην, οὐδέν τι μᾶλλον ἡμᾶς ἔδει βασιλικὴν αὐτὴν εὐθὺς καὶ πολιτικὴν ὡς ἀποτετελεσμένην προσαγορεύειν.

Str. «Questo, che dunque se anche avessimo creduto in massimo grado che esiste una certa arte di allevare il gregge bipede, per nessuna ragione avremmo dovuto chiamarla subito regia e politica, come se fosse perfetta».


Menesseno (epitafio di Aspasia)

πᾶσά τε ἐπιστήμη χωριζομένη [247] [a] δικαιοσύνης καὶ τῆς ἄλλης ἀρετῆς πανουργία, οὐ σοφία φαίνεται.

«Ogni scienza separata da giustizia e dalle altre virtù si rivela malignità, non sapienza».


Platone, Repubblica, 505a

ἡ τοῦ ἀγαθοῦ ἰδέα μέγιστον μάθημα […] εἰ δὲ μὴ ἴσμεν, ἄνευ δὲ ταύτης εἰ ὅτι μάλιστα τἆλλα ἐπισταίμεθα, οἶσθ’ ὅτι οὐδὲν ἡμῖν ὄφελος,

«l’idea del bene è il massimo apprendimento […] se non la conosciamo, senza questa, se sappiamo al meglio le altre cose, capisci che niente è per noi un vantaggio».


Interessante anche un passo del Simposio, dove al sapere tecnico viene contrapposto quello erotico.


Simposio (discorso di Diotima)

[203] [a] θεὸς δὲ ἀνθρώπῳ οὐ μείγνυται, ἀλλὰ διὰ τούτου πᾶσά ἐστιν ἡ ὁμιλία καὶ ἡ διάλεκτος θεοῖς πρὸς ἀνθρώπους, καὶ ἐγρηγορόσι καὶ καθεύδουσι· καὶ ὁ μὲν περὶ τὰ τοιαῦτα σοφὸς δαιμόνιος ἀνήρ, ὁ δὲ ἄλλο τι σοφὸς ὢν ἢ περὶ τέχνας ἢ χειρουργίας τινὰς βάναυσος. οὗτοι δὴ οἱ δαίμονες πολλοὶ καὶ παντοδαποί εἰσιν, εἷς δὲ τούτων ἐστὶ καὶ ὁ Ἔρως.

«Il dio non si mescola con l’uomo, ma attraverso questo (τὸ δαιμόνιον, il demonico caratteristico di Amore, che è a metà tra dèi e uomini) c’è ogni frequentazione e dialogo per gli dèi con gli uomini, sia quando sono svegli sia quando sono addormentati; e chi è sapiente in tali cose è un uomo demonico, quello invece che è sapiente in qualcos’altro o nelle tecniche o in certi lavori pratici è un manovale. Questi demoni sono molti e di vario tipo, e uno di questi è anche Amore».

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