mercoledì 16 ottobre 2024

Euripide, Medea – prologo: traduzione – Maturità 2025

 vv. 1-95 prologo


NUTRICE

    Oh se lo scafo di Argo non fosse volato attraverso

    le cupe Simplegadi verso la terra dei Colchi,

    e nelle valli del Pelio non fosse caduto mai

    il pino reciso, né avesse fornito di remi le mani

5     di eroi ottimi i quali andarono a cercare

    per Pelia il vello tutto d'oro! Infatti la mia padrona

    Medea non avrebbe navigato verso le torri della terra di Iolco

    sconvolta nell'animo dall'amore di Giasone;

    né dopo aver convinto le figlie di Pelia ad uccidere

10     il padre avrebbe abitato questa terra corinzia

    con il marito e i figli, cercando di piacere

    ai cittadini alla cui terra era giunta in esilio

    e di convenire ella in tutto a Giasone:

    e questa appunto è la più grande salvezza,

15     quando la donna non sia in disaccordo con l'uomo.

    Ora invece tutto è ostile e stanno male gli affetti più cari.

    Infatti avendo tradito i propri figli e la mia signora

    Giasono si sdraia per nozze regali,

    sposando la figlia di Creonte, il quale comanda su questa terra.

20     E Medea, l'infelice disonorata

    grida i giuramenti, invoca della mano destra

    il massimo impegno, e chiama a testimoni gli dèi

    di quale ricompensa ottenga da Giasone.

    Giace senza mangiare, abbandonando il corpo alle sofferenze,

25     consumando tutto il tempo in lacrime

    da quando si è accorta di aver subito ingiustizia dal marito,

    senza alzare lo sguardo né distogliere da terra

    il volto; come pietra o onda

    marina ascolta consigliata gli amici,

30     tranne quando volgendo il bianchissimo collo

    tra sé e sé rimpiange il caro padre

    e la terra e la casa, dopo aver tradito la quale arrivò

    con un uomo che ora la tiene in disonore.

    Ha compreso la misera (colpita) dalla disgrazia

35     quale (bene sia) non essere privi della patria.

    Odia i figli né gioisce a vederli.

    Temo che progetti qualcosa di inaudito;

    [Violento infatti è il cuore, né sopporterà di essere

    maltrattata; io la conosco, e ho paura di lei,

40     che immerga la spada affilata nel fegato,

         salita in silenzio in casa dove è steso il letto,

    o che uccida il il tiranno e lo sposo

    e poi riceva una sciagura più grande.]

    È terribile infatti; uno infatti che entri in

45     ostilità con lei non intonerà facilmente il canto della vittoria.

    Ma ecco qui i bambini che hanno smesso di correre

    e arrivano, senza pensare affatto ai mali

    della madre: una mente giovane infatti non è solita soffrire.

PEDAGOGO

        Oh vecchio bene della casa della mia signora,

50 perché stai sulla porta vivendo in questa solitudine

lamentando i mali tra te e te?

Com'è che Medea vuole essere lasciata sola da te?

Nu. Oh vecchio accompagnatore dei figli di Giasone,

per i buoni servitori sono una sciagura le brutte

55 cadute dei padroni e attaccano gli animi.

Io infatti sono arrivata a un tal punto di sofferenza

che mi ha assalito il desiderio di dire,

giunta qui, alla terra e al cielo i casi della signora.

Pe. Quindi la sventurata non cessa ancora di gemere?

60 Nu. Ti invidio: la sciagura è all'inizio e non è ancora all'apice.

Pe. Oh folle, se si deve dire questo dei signori!

giacché non sa nulla dei nuovi mali.

Nu. Cosa c'è, vecchio? non privarmi della spiegazione.

Pe. Nulla; mi pento anche delle cose dette prima.

65 Nu. No, ti prego, non tener(lo) nascosto a una tua compagna di servitù;

se è necessario, infatti, porrò silenzio su queste cose.

Pe. Ho sentito dire da uno, non dando l'impressione di ascoltare,

accostatomi ai dadi, dove, s'intende, stanno seduti

i più anziani, presso la sacra acqua di Pirene,

70 che Creonte, il signore di questa regione,

sta per cacciare dalla terra corinzia questi bambini

con la madre. Non so del resto se questa voce

sia vera; vorrei però che non lo fosse.

Nu. E Giasone tollererà che i figli subiscano

75 queste cose, anche se ha un dissidio con la madre?

Pe. Gli antichi legami sono superati dai nuovi,

e quello non è amico di questa casa.

Nu. Siamo perduti allora, se aggiungeremo un male

nuovo al vecchio, prima di aver finito di sopportarlo.

80 Pe. Ma tu comunque, siccome non è il caso che lo sappia

la signora, sta' tranquilla e non dire parola.

Nu. Oh figli, sentite com è il padre verso di voi?

non che vada alla malora: infatti è il mio signore;

però almeno si dimostra un infame verso i cari.

85 Pe. E chi non lo è tra i mortali? lo capisci ora,

che ciascuno ama se stesso più del prossimo,

[alcuni giustamente, altri invece anche per convenienza,]

se il padre non vuole bene a questi per un letto?

Nu. Andate, sarà bene, in casa, figli.

90 Tu invece tienili isolati il più possibile

e non farli avvicinare alla madre avvilita.

L'ho già vista infatti fissarli con sguardo da toro,

come se volesse fare qualcosa; né cesserà

dall'ira, lo so bene, prima di essersi scagliata su qualcuno.

95 Spero che lo faccia su dei nemici almeno, non su amici.

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